Famiglia

Sanità: Cure palliative necessarie a 250mila italiani

Una denuncia sull'assenza di un censimento serio delle strutture dedicate ai malati inguaribili, finora elencate ''solo sulla base di dati ufficiosi e non verificati''

di Redazione

Una denuncia sull’assenza di un censimento serio delle strutture dedicate ai malati inguaribili, finora elencate ”solo sulla base di dati ufficiosi e non verificati”; dure critiche alla nuova legge sulla droga, che penalizza ”il dimostrato valore terapeutico dei derivati della cannabis”; un appello per la ricerca e una petizione al ministero della Salute, affinche’ semplifichi ulteriormente la prescrizione degli oppiacei antidolorifici che vede l’Italia ”fanalino di coda dell’Europa” al penultimo posto davanti alla Grecia. Si annuncia caratterizzato da ”un clima rovente” il XIII Congresso nazionale della Sicp (Societa’ italiana cure palliative), in programma dal 26 al 29 aprile a Bologna e presentato oggi durante un incontro a Milano. ”Le cure palliative sono la ‘cenerentola’ della sanita’ nazionale”, e’ il grido degli esperti in conferenza stampa. Eppure il 40-45% degli italiani colpiti dal cancro continua a morire e ogni anno 250mila concittadini (35-36mila soltanto in Lombardia) necessitano di assistenza di fine vita. Tra questi anche 100-120mila pazienti non oncologici, molti anziani e addirittura qualche bambino. Nella quattro giorni emiliana la Sicp presentera’ il primo ‘Libro bianco degli hospice’ – oggi circa 120 nella penisola, ma destinati a triplicare entro il 2008-2010 – e festeggera’ i suoi 20 anni di vita, dalla fondazione nel 1986 a Milano da parte di Vittorio Ventafridda. Ma ”se in questo periodo molto e’ cambiato – ha spiegato il presidente della societa’, Furio Zucco – non si e’ ancora fatto abbastanza: spesso ci danno la Ferrari senza fornirci la benzina, ossia i fondi necessari per un lavoro di rete. E le famiglie che non hanno la fortuna di abitare nelle Regioni piu’ fortunate del Paese sono costrette a pagare 200-400 euro alla settimana per non abbandonare il loro caro”.
Nata ”tra l’indifferenza generale come movimento culturale”, la Sicp vanta oggi piu’ di 1.500 soci, 16 sedi regionali e il supporto di oltre 170mila volontari di 55 organizzazioni no-profit riunite nella Federazione cure palliative (Fedcp). ”Grazie a una difficile battaglia di civilta’ – ha ricordato Francesca Crippa Floriani, presidente della Fedcp – abbiamo raccolto 100mila firme che hanno convinto l’allora ministro della Salute, Girolamo Sirchia, a inserire in fascia A (rimborsabili dal Ssn) gli antidolorifici oppiacei. Ancora prima, nel 2001, abbiamo ottenuto che le cure palliative entrassero nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), ma ancora troppo spesso le organizzazioni no-profit sono la ‘stampella’ di un Ssn zoppicante. Il modello lombardo che offre al malato un voucher da ‘spendere’ con un’associazione a scelta e’ forse discutibile”, e tuttavia ”in varie realta’ del Paese le cure palliative mancano del tutto”. Per merito di ”una legge illuminata del 1999 – ha sottolineato Zucco – le Regioni hanno avuto a disposizione 206 milioni di euro per le cure palliative ed e’ ipotizzabile che entro tre anni gli hospice in Italia arriveranno a 250-300, con 2.500-3.500 posti letto”. E anche in vista di questo traguardo, ”per la fine del 2006 sara’ pronto il Libro bianco di queste strutture, realizzato dalla Sicp in collaborazione con il ministero della Salute e finanziato dalle fondazioni Floriani di Milano e Isabella Seragnoli di Bologna. La prima edizione censira’ le strutture, mentre la seconda ne analizzera’ gli standard qualitativi”’. Ma ”poiche’ il 70-75% dei malati inguaribili puo’ essere assistito a casa, serve anche un network per le cure domiciliari, con team multidisciplinari in grado di essere presenti 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno”. Insomma, ”le criticita’ restano molte”.
Zucco e Floriani partono oggi per Roma dove parteciperanno alla discussione del Piano oncologico nazionale interno al Piano sanitario nazionale 2006-2008. ”E’ la prima volta – ha evidenziato il presidente della Sicp – che rappresentanti del mondo delle cure palliative sono ammessi a questo tavolo. E non mancheremo di avanzare le nostre richieste”. Tra le perplessita’ – oltre alla carenza di fondi per la ricerca sulle terapie di fine vita, al fatto che ”non piu’ del 40% dei medici e specialisti italiani ha ritirato i nuovi ricettari per prescrivere i farmaci anti-dolore derivati dalla morfina” e alle complicazioni che sorgeranno nel loro uso per la nuova legge anti-droga – c’e’ anche un problema di formazione: ”Avremo 10-15mila professionisti – ha avvertito Zucco – che ancora oggi non dispongono di un iter accademico ad hoc nelle universita”’. In assenza della possibilita’ di ottenere una vera e propria Scuola di specializzazione in Medicina palliativa, ”dopo una serie di audizioni si e’ riusciti a elaborare un documento tecnico che pone le basi per il primo Master dedicato a questa disciplina”. Ma ”e’ fondamentale che in tutte le Regioni vi siano le stesse opportunita”’, cosa che oggi non avviene. Tutti questi problemi saranno discussi dagli ”oltre 180 relatori attesi al Congresso di Bologna”, ha detto Augusto Caraceni, presidente del Comitato scientifico del convegno e responsabile medico del nuovo hospice dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano. Tra gli argomenti in agenda anche Linee guida sulla sedazione palliativa, ”che non e’ eutanasia – hanno assicurato gli esperti – ma un modo di dare dignita’ alla morte”. E ancora, la questione delle cure palliative in pediatria, nella quarta eta’, nei malati di Aids o di demenza; nuovi farmaci e nuovi approcci terapeutici (arte, musica e massaggi) per alleviare la sofferenza dei pazienti in hospice.

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