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Oil for Food: l’Australia nell’occhio del ciclone

Dopo il vice premier Mark Vaile e il monistro degli Esteri Alexander Downer,è toccato al premier conservatore John Howard deporre sotto giuramento davanti all'inchiesta sullo scandalo

di Redazione

Dopo il vice premier e ministro del Commercio Mark Vaile e degli Esteri Alexander Downer, e’ toccato oggi allo stesso premier conservatore John Howard di deporre sotto giuramento davanti all’inchiesta sullo scandalo delle tangenti versate dall’Australian Wheat Board (Awb) al regime di Saddam Hussein durante il programma Onu ‘petrolio in cambio di cibo’. Come i suoi ministri prima di lui anche Howard, a cui e’ stato chiesto di spiegare quello che sapeva delle tangenti, e quando lo aveva appreso, ha giurato di non aver visto nessuno degli oltre 20 cablogrammi diplomatici mandati dal 2000 in poi, in cui si esprimeva preoccupazione per l’operato dell’Awb in Iraq. Howard, il primo premier australiano ad affrontare un’inchiesta giudiziaria dal 1983, e’ rimasto sul banco dei testimoni per quasi un’ora. L’inchiesta presieduta dall’ex giudice Terence Cole, che conduce udienze gia’ da tre mesi, era stata ordinata dallo stesso governo Howard su richiesta delle Nazioni unite, e sta indagando sul pagamento di tangenti, per un totale pari a 175 milioni di euro, nella forma di spese di trasporto fittizie. ”Io credo di non aver ricevuto o letto alcuno dei cablogrammi indicati, durante il periodo indicato”, ha dichiarato. ”Io credo che il contenuto dei cablogrammi indicati non sia stato portato alla mia attenzione durante il periodo indicato” ha aggiunto, spiegando di essere ”bombardato” da circa 68 mila cablogrammi l’anno dai ministeri degli Esteri e del Commercio, e che gli vengono presentati solo quelli ritenuti sufficientemente importanti. Il giudice Cole ha poi respinto le richieste dei legali dell’Awb, che asseriscono che l’ente ha agito con l’approvazione di Canberra, di sottoporre Howard a controinterrogatorio. Howard e i ministri Vaile e Downer avevano affermato ripetutamente nelle ultime settimane di essere stati all’oscuro della corruzione diffusa nel programma dell’Onu fino alla pubblicazione, lo scorso ottobre, del rapporto preparato dall’economista Usa, Paul Volker, per conto delle stesse Nazioni unite. Secondo l’opposizione laburista, i termini di riferimento dell’inchiesta Cole sono troppo ristretti e dovrebbero essere estesi in modo da poter giudicare se vi e’ stata da parte del governo negligenza o altro comportamento illecito, nel violare le sanzioni imposte dall’Onu sul regime di Saddam Hussein.

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