Cultura

I territori della pena

In questo libro Buffa cerca di individuare i possibili meccanismi di cambiamento delle prassi penitenziarie, partendo da...

di Redazione

I territori della pena
di Pietro Buffa
Ega, pp. 256, euro 18

«Il carcere è un ozio senza riposo dove il facile è reso difficile dall?inutile». Lo si legge in un graffito di una garitta del carcere di Massa Carrara. è l?aforisma con cui Buffa apre il libro. Una scelta perfettamente in linea con il suo scopo: individuare i possibili meccanismi di cambiamento delle prassi penitenziarie, partendo dal punto di vista dei reclusi. Per farlo, da 13 anni, Buffa raccoglie, ordina e analizza le lettere che gli sono indirizzate dai suoi ospiti. Il realismo del testo è disarmante. I detenuti, anche nelle lettere informali, scrivono in stampatello e si firmano con nome, cognome, cella, sezione di appartenenza, reato commesso, fine pena, data di ingresso in istituto. Spesso si rivolgono al direttore per denunciare soprusi, «ma solo l?1,1% del campione ha citato congruamente una norma a conforto delle proprie istanze».

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