Il Corriere della Sera pubblica oggi un articolo in cui gli oncologi si lamentano del divieto della Turco di usare farmaci off label, ovvero in modo diverso dall’indicazione terapeutica per cui sono stati approvati. Ma – dicevano i medici sul Corriere – il 20% dei malati oncologici e l’80% dei bambini sono curati con questi farmaci.
La Turco ha risposto immediatamente, dicendo di aver chiesto all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) “un elenco dei farmaci per i quali l’impiego ‘off label’, ovvero fuori dalle indicazioni per cui un certo medicinale e’ autorizzato, in base a una consolidata e comprovata base scientifica allo scopo di garantire un loro definitivo riconoscimento ai fini prescrittivi anche per patologie originariamente non autorizzate”. Lo ha chiesto lo scorso 12 febbraio ”dopo che la legge Finanziaria aveva limitato la possibilita’ di utilizzare, in ospedale, farmaci per indicazioni terapeutiche diverse da quelle per le quali sono stati registrati (off label), evitando cosi’ impieghi per i quali non e’ dimostrata alcuna efficacia terapeutica e che, quindi, in assenza di benefici, possono determinare effetti collaterali anche gravi.
Esistono pero’ – rileva la nota del Ministero – alcuni farmaci che hanno dimostrato la loro efficacia anche per patologie non espressamente indicate nella registrazione”.
In attesa della definizione della lista, prevista entro le prossime settimane, il Ministero ricorda che ”il divieto previsto dalla legge finanziaria riguarda l’uso ‘diffuso e sistematico’ di medicinali per indicazioni diverse da quelle autorizzate, quando per quelle stesse indicazioni siano comunque disponibili altri farmaci. Resta sempre possibile, pertanto, l’impiego off label di un medicinale, quando tale impiego sia giustificato dalle specifiche condizioni del singolo paziente o quando si tratti di patologia per la quale non siano disponibili farmaci regolarmente autorizzati”.
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