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Terrorismo: Intelligence Usa, in Pakistan cresce nuova al Qaeda

Lo rivela un'inchiesta del New York Times citando fonti dei servizi segreti statunitensi

di Redazione

Si addestrano, si indottrinano e si preparano in Pakistan le nuove leve di al Qaeda. Decimata dalle perdite e dalla morte di numerosi capi, l’organizzazione di Osama bin Laden ha trovato nelle aree tribali del Paese il terreno ideale in cui crescere la nuova leadership. Stando a fonti di intelligence citate dal New York Times, il fenomeno ha creato sgomento nelle agenzie di spionaggio statunitensi. Gli 007 americani, europei e pachistani hanno passato mesi a mettere insieme i pezzi di un puzzle fatto di intercettazioni e brani di interrogatori per avere conferma che nella regione montuosa al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan hanno trovato rifugio gli elementi piu’ pericolosi di al Qaeda e che tra di essi spicca la figura di un egiziano, Abu Ubaidah al-Masri. A lui, secondo le fonti, si deve l’idea – per fortuna mai messa in atto – di compiere una serie di attacchi simultanei contro aerei in volo tra la Gran Bretagna e gli Usa utilizzando esplosivi liquidi nascosti in bottiglie e biberon. Considerato il comandante delle operazioni di guerriglia nella provincia di Kunar, ha rapidamente scalato la catena di comando fino ad arrivare a prendere il posto di Abu Hamza Rabia, un altro egiziano, ucciso in un attacco missilistico in Pakistan nel 2005. In sostanza le agenzie di intelligence sono ancora convinte che l’offensiva scatenata contro al Qaeda dopo l’11 settembre abbia indebolito la leadership dell’organizzazione, ma temono che i colpi inferti non siano cosi’ determinanti come si era pensato fino ad ora. Serve a questi punto, secondo le fonti citate dal quotidiano, una piu’ stretta collaborazione tra Washington e Islamabad, specie in quella terra di nessuno che e’ l’area tribale al confine con il tormentato Afghanistan meridionale.

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