Famiglia
Ricchi coi debiti dei poveri/ In Italia non cè rischio.
Stefania Luzi (Mepof) ci spiega perchè in Italia non si corre il rischio...
di Redazione
«Moltissime persone ben intenzionate non sanno di non sapere». Così scrive Susan Mangiero, autrice di Risk Management, un libro guida per capire i fondi pensione Usa. Con la riforma del Tfr alle porte, gli italiani, volenti o nolenti, diventano attori e protagonisti della finanza. C?è il rischio che il prezzo di una buona previdenza complementare finisca in conto a soggetti deboli, magari i Paesi africani finiti nel mirino degli ?avvoltoi?. Secondo Stefania Luzi di Mepof, società per lo sviluppo dei fondi pensione, il sistema italiano ha gli anticorpi necessari per evitare il contagio.
Vita: Perché ne è così convinta?
Luzi: La normativa attuale pone dei paletti rigidi e severi. I nuovi fondi pensione, quelli che partiranno il primo luglio, non potranno investire in hedge fund. C?è il divieto assoluto. Ma non è escluso che la legge venga rivista, anche perché, al contrario di oggi, la ?vecchia? previdenza complementare non escludeva questi strumenti finanziari. Una discrepanza a cui prima o poi si metterà mano. Non dimentichiamo comunque che negli Usa il mercato dei fondi pensione è totalmente diverso da quello che sarà il nostro. Sono molto aggressivi, utilizzano gestioni flessibili e succede pure che qualcuno affondi in bancarotta.
Vita: Lo scorso mese il Forum per la finanza sostenibile ha presentato le linee guida per la trasparenza dei fondi. I principi della finanza etica sono una diga contro le gestioni spericolate?
Luzi: Sulla carta sì. Tutto da vedere come saranno applicate. C?è l?obbligo di segnalare se il fondo adotta criteri di csr oppure no. Ed è già un buon segnale. Purtroppo però al momento sono ancora pochi i fondi che hanno scelto di aderire completamente o parzialmente a queste prassi.
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