Mondo

Iraq: terra di sangue e di petrolio

Tra una cerneficina e l'altra, si apprende che l'Iraq possiede il doppio delle riserve petrolifere fin qui stimate

di Redazione

L’Iraq potrebbe possedere il doppio delle riserve di petrolio rispetto a quanto stimato fino a ora e classificarsi come secondo giacimento al mondo, subito dopo l’Arabia Saudita. E’ la tesi di un nuovo studio condotto dalla societa’ di consulenza IHS, l’analisi indipendente piu’ esaustiva condotta dall’invasione americana nel marzo del 2003, dopo la scoperta di possibili giacimenti per 100 miliardi di barili nel deserto occidentale del Paese, in piena zona sunnita, resa possibile da nuove indagini geologiche cosi’ come dai vecchi dati raccolti negli anni del regime di Saddam. Il Financial Times presenta con grande rilievo le conclusioni dello studio: la produzione irachena potrebbe passare dagli attuali due milioni di barili al giorno a quattro in cinque anni. La nota di ottimismo per lo sviluppo economico del Paese in cui solo ieri quasi 200 persone sono rimaste uccise in attentati terroristici e’ sostenuta dai bassi costi di estrazione, che in Iraq sono inferiori ai due dollari al barile. ”La situazione della sicurezza e’ ovviamente pessima, ma quando uno esamina le opportunita’ che si trovano sotto la superficie, si capisce che non c’e’ nessun posto al mondo come questo, una miniera d’oro”, spiega Ron Mobed, che lavora presso la societa’ di consulenza.

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