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Bolivia: Morales nazionalizza risorse energetiche
"Non ci limitiamo alle promesse", ha dichiarato il presidente boliviano. La nazionalizzazione era stata il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale.
di Redazione
Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, ha firmato il decreto per la nazionalizzazione delle risorse energetiche. ”E’ arrivato il giorno storico in cui la Bolivia riassume il controllo assoluto delle sue risorse naturali”, ha dichiarato in un discorso pronunciato ieri a Carapari, annunciando l’invio dei ”militari accompagnati da battaglioni di ingegneri a occupare tutti i giacimenti di idrocarburi”.
Tecnicamente, il decreto annulla la precedente disposizione seconco cui lo stato rinuncia ai diritti su gas e petrolio una volta estratti dal sottosuolo. I soldati sono effettivamente arrivati nel sito dato in concessione alla brasiliana Petrobras, il maggior investitore straniero in Bolivia, che come le altre compagnie straniere ha ora 180 giorni di tempo per rinegoziare i suoi contratti di sfruttamento con la compagnia pubblica Yacimentos Petroliferos Fiscales Bolivianos a cui e’ stato assegnato il controllo di tutti i giacimenti. Ma come ha annunciato il vice presidente, Alvaro Garcia, sono 56 i siti in cui sono stati inviati i militari.
”Non siamo un governo che si limita a fare semplici promesse, noi diamo seguito a quello che proponiamo e a cio’ che la gente reclama”, ha dichiarato Morales, che aveva fatto della nazionalizzazione delle risorse energetiche (la Bolivia ha le riserve di gas maggiori in America latina, dopo il Venezuela) il tema principale della sua campagna elettorale.
Oltre a Petrobras, sono presenti in Bolivia la spagnola Repsol, la francese Total, l’americana Exxon e la britannica British Gas.
Il ministro spagnolo per l’Industria, Jose’ Montilla, ha affermato che la decisione del presidente boliviano, pur non costituendo una sorpresa, ”preoccupa moltissimo. E’ evidente che che non ci piace e penso che non sia positiva per la Bolivia”. La Bolivia ”ha necessita’ che le sue risorse naturali siano estratte -ha poi avvertito il ministro- e ha bisogno degli investimenti stranieri”. E per questi investimenti, ha aggiunto Montilla, servono ”sicurezze giuridiche”.
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