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Sri Lanka: Unhcr, migliaia di sfollati nel distretto di Trincomalee
Almeno 7mila persone hanno abbandonato i villaggi della regione in seguito agli scontri tra Tigri Tamil e governativi.
di Redazione
Dopo gli scontri dell’inizio di questa settimana nel nord e nell’est dello Sri Lanka, l’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per I Rifugiati
nella capitale Colombo rende noto che a mezzogiorno di oggi la situazione sembrava essersi stabilizzata nella maggior parte dell’area interessata dal conflitto. L’Agenzia tuttavia resta seriamente preoccupata per la recente fuga di migliaia di persone all’interno del distretto nord-orientale di Trincomalee.
Gli attacchi aerei di martedì e mercoledì nel distretto e le ostilità nell’area di Muttur – a sud-est della città di Trincomalee – sembrano cessati, ma si stima che tra le 7mila e le 8mila persone abbiano abbandonato diversi villaggi della regione. In precedenza, il 21 aprile, circa 8.500 persone erano state costretta alla fuga da un attacco a Muttur. Il 10 aprile, altre 3mila persone erano fuggite a seguito di un attacco in un mercato di Trincomalee, nel quale sono rimaste uccise 16 persone. L’attacco ha innescato un’escalation di violenza inter-etnica, con diverse esplosioni di mine e abitazioni saccheggiate e date alle fiamme. Gli sfollati hanno trovato alloggio temporaneo all’interno di scuole, chiese ed altri edifici pubblici.
Con la distensione tra il governo e il gruppo per la liberazione del Tamil Eelam (Liberation Tigers of Tamil Eelam, LTTE), e la riapertura di diverse strade, l’Unhcr si aspetta che molti sfollati cominceranno rientrare alle proprie case. Alcuni stanno già rientrando durante il giorno per controllare le proprietà, ma tornano negli alloggi temporanei per trascorrervi la notte.
Un team di valutazione congiunto di varie agenzie delle Nazioni Unite, tra le quali l’Unhcr, si trova oggi nella regione. Alcune agenzie umanitarie impegnate sul terreno stanno cercando di accedere alle aree coinvolte, ma incontrano difficoltà nel raggiungere alcuni villaggi e alcuni gruppi di sfollati. L’Unhcr esorta le parti interessate a consentire al più presto l’accesso immediato alla popolazione colpita. Destano inoltre la preoccupazione dell’Agenzia le notizie di intimidazioni da parte della popolazione locale nei confronti di alcuni sfollati che hanno cercato rifugio in centri di assistenza governativi.
Nell’area di Jaffna alcune agenzie umanitarie hanno potuto riprendere la loro attività di monitoraggio, potendo ora e veicoli e personale spostarsi tra le aree controllate dall’esercito e quelle controllate dal LTTE.
La situazione a Vavuniya e nelle aree circostanti è ancora tesa, a seguito degli incidenti dei giorni scorsi. In base a quanto riferito da alcuni sfollati che si trovano in un centro di Vavuniya, un gruppo di uomini a volto coperto sarebbe entrato nel centro e avrebbe compiuto azioni intimidatorie nei confronti degli sfollati. Simili incidenti si sarebbero verificati in altri centri d’accoglienza nelle aree coinvolte dal conflitto.
Nel frattempo, dallo scorso 22 aprile altri 16 rifugiati srilankesi sono arrivati nello stato del Tamil Nadu, nel sud dell’India. Dall’inizio di gennaio, complessivamente 596 srilankesi sono arrivati nel Tamil Nadu, soprattutto a seguito dell’aumento della violenza registratosi nel dicembre 2005 e all’inizio del 2006. Prima del 22 aprile, quando è esplosa l’ultima ondata di violenza, per 10 giorni non erano stati registrati nuovi arrivi. Alcuni media srilankesi riferiscono che le persone in fuga dall’isola vengono intercettate in mare, ma l’Unhcr non è in grado di confermare tali notizie.
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