Famiglia
Timor Est: migliaia in fuga dalla capitale
Nei giorni scorsi sono scoppiate violenze inter-etniche, che fanno temere una nuova guerra civile.
di Redazione
Oltre 20 mila persone nel giovanissimo e impoverito stato di Timor est, temendo nuovi scoppi di violenze etniche, sono fuggiti dalla capitale Dili, teatro di disordini ormai da settimane, mentre il governo locale rinnova gli appelli disperati alla calma. Almeno 11 persone sarebbero rimaste uccise nei tumulti a partire da venerdi’ scorso, e il bilancio e’ destinato a salire.
I disordini sono scoppiati dopo l’espulsione un mese fa dall’esercito di quasi 600 soldati, un terzo delle forze armate, assentatisi dal servizio denunciando discriminazioni su basi etniche, e sono stati sedati con durezza dai loro ex colleghi e dalla polizia su ordine del governo. Nei giorni scorsi centinaia di persone, fra cui molti soldati radiati dall’esercito per insubordinazione ma ancora in uniforme, avevano dato alle fiamme decine di case, di auto e di autobus, terrorizzando i residenti che a migliaia si erano riversati in conventi, chiese e improvvisati campi profughi.
Il porto e l’aeroporto di Dili sono ora affollati di profughi, molti negozi sono chiusi e in quelli ancora aperti si registrano ‘acquisti da panico’, riferisce radio Australia che trasmette nell’Asia-Pacifico. Il prezzo della benzina e’ balzato in poche ore da 80 centesimi ad un dollaro Usa per litro. I sobborghi e il centro citta’ sono praticamente deserti da ieri pomeriggio. Si teme un ritorno alla sanguinosa guerra civile che ha seguito il referendum per l’indipendenza del 1999.
Il presidente Xanana Gusmao e il premier Mari Alkatiri hanno tenuto ieri sera una conferenza stampa congiunta in cui hanno esortato i militari disertori, che si sono rifugiati nelle colline attorno a Dili, di tornare al tavolo dei negoziati. Hanno anche cercato di rassicurare la popolazione che non vi e’ alcuna possibilita’ che scoppi di nuovo la guerra civile.
Il premier australiano John Howard ha promesso di prendere in considerazione una eventuale richiesta del presidente Gusmao di mandare truppe a Timor est per ristabilire l’ordine. Ha detto di sperare che il Paese riesca a risolvere la situazione internamente, ma l’Australia e’ pronta ad aiutare. I comandanti dell’esercito, saldi sostenitori dello storico capo della resistenza e ora presidente Xanana Gusmao, sono ex guerriglieri delle province orientali, un’area i cui abitanti dichiarano di aver sostenuto il maggior peso della lotta di resistenza, durata 25 anni.
A causare le recenti tensioni nei ranghi sono state le lamentele dei soldati delle regioni occidentali di Timor est, di un diverso gruppo etnico, che affermano di essere discriminati dagli ufficiali originari dall’est della mezza isola.
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