Mondo

Somalia, le milizie islamiche controllano la capitale

Fonti della Misna confermano che le milizie islamiche hanno il controllo di ampi settore. L'Unione delle corti islamiche proclama la vittoria

di Redazione

?Non siamo interessati al proseguimento delle ostilità e faremo regnare pienamente la pace e la sicurezza nella capitale somala dopo il cambiamento realizzato in seguito alla vittoria del popolo e al sostegno di Allah?: così in un comunicato letto stamani a una radio di Mogadiscio, le milizie dei Tribunali islamici hanno annunciato di aver preso il controllo della capitale dopo violentissimi combattimenti durati alcuni mesi contro la sedicente Alleanza per la restaurazione della pace e contro il terrorismo (Arpct), nata a febbraio anche con il sostegno degli Usa, che hanno provocato ? secondo l?Onu ? non meno di 350 vittime e oltre 1.500 feriti. E’ la notizia riportata dalla Misna. Le fonti dell’agenzia missionaria contattate a Mogadiscio confermano che le milizie islamiche hanno il controllo in ampi settori ma non in tutta la capitale e in un punto strategico a nord della città.
L?Unione delle corti islamiche ? che avrebbe legami con alcuni esponenti locali di al-Qaida ? si è inoltre impegnata a ?prendersi cura della sicurezza del popolo e della libertà degli individui, sopprimendo ogni tipo di ostilità legati ai combattimenti tra clan?, come ha dichiarato il capo delle Corti Shiekh Sharif Shiekh Ahmed nel comunicato, dichiarandosi disposto a ?negoziare con chiunque nell?interesse del nostro paese e del nostro popolo?. Nelle stesse ore in cui è stata militarmente sconfitta, l?Alleanza anti-terrorismo ha subito anche una delegittimazione politica: da Nairobi il governo del premier Ali Gedi ha annunciato la rimozione dal loro incarico di 4 ministri-warlords di Mogadiscio, che insieme ad alcuni trafficanti e commercianti a febbraio avevano costituito l?Alleanza.
I deputati del parlamento di transizione ? con sede provvisoria nella città meridionale di Baidoa ? ne avevano ripetutamente chiesto al governo di rimuovere i ministri-?signori della guerra? impegnati nei combattimenti a Mogadiscio. ?I quattro ministri sono stati allontanati perché hanno violato la Carta costituzionale provvisoria e gli accordi di tregua bombardando civili e provocando così tanti morti? ha detto Abdirahman Dinari, portavoce del governo somalo di transizione. Tra i quattro signori della guerra rimossi ci sono l?ormai ex-responsabile della sicurezza Mohammed Qanyare Afrah ? costretto alla fuga dalla sua roccaforte nelle ultime ore – , quello del commercio Muse Sudi Yahalow, degli affari religiosi, Omar Mohamed Mohamud e del disarmo, Bootan Isse Alim.

Secondo fonti della Misna, bande armate dell?Alleanza hanno però ancora il controllo di alcune zone a sud di Mogadiscio e dell?ospedale di Keysaney, nella zona settentrionale della città, occupato militarmente nei giorni scorsi malgrado sia una struttura sostenuta dal Comitato internazionale della Croce rossa; nei giorni scorsi il sottosegretario Onu per le questioni umanitarie Jan Egeland aveva definito questa occupazione come ?grave violazione del diritto umanitario internazionale?, denunciando l?uccisione di un elevatissimo numero di civili negli scontri tra l?Alleanza e i miliziani islamici.
E’ parere diffuso che la battaglia di questi mesi ? al di là della valenza ?ideologica? con cui gli stessi protagonisti l?hanno presentata ? si è combattuta anche per il controllo delle infrastrutture come lo scalo marittimo e quelli aeroportuali che per tre lustri hanno consentito traffici illeciti di ogni tipo e lucrosi guadagni alle bande armate che li hanno controllati.

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