Famiglia
Unicef: bambini palestinesi a rischio
Con il 60% delle famiglie in condizioni di povertà, la situazione sanitaria e nutrizionale dei minori è compromessa.
di Redazione
”Le violenze senza precedenti delle ultime settimane, per gli scontri tra fazioni palestinesi e l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane, pongono a serio rischio l’incolumita’ di donne e bambini palestinesi, la cui salute e nutrizione sono gia’ minacciate dal collasso del sistema sanitario e dei servizi pubblici di base, a causa degli effetti del blocco finanziario”.
E’ la denuncia dell’Unicef, che prosegue segnalando come ”allo stato attuale, un bambino su dieci e’ affetto da ritardi della crescita: una situazione nutrizionale riconducibile alla grave poverta’ in cui versano le famiglie, con il 60% della popolazione che vive sotto la soglia di poverta’, con meno di 2 dollari al giorno; e alle restrizioni di movimento che colpiscono anche i prodotti alimentari”.
Secondo l’Unicef ”la poverta’ in aumento rende perfino difficile portare i bambini malati in ospedale. A tre mesi dall’ultimo stipendio, per la maggior parte degli operatori sanitari e dei dipendenti pubblici quantita’ e qualita’ dei servizi di base sono pesantemente inficiati dal blocco finanziario. Benche’ il personale continui a recarsi a lavoro, negli ospedali le scorte di medicinali di base erano esaurite gia’ da fine maggio, scarseggiano perfino aspirine ed antibiotici e mancano forniture e attrezzature mediche, soprattutto per i reparti di maternita”’.
Inoltre, ”le difficolta’ nel mantenimento di forniture idriche e del funzionamento degli impianti igienico-sanitari hanno contribuito a un aumento delle malattie contagiose all’interno degli stessi ospedali e, nei villaggi rurali, delle malattie diarroiche. I team sanitari mobili, per l’assistenza di base nelle aree piu’ isolate, sono impossibilitati a spostarsi per mancanza di carburante e veicoli funzionanti. Nelle scuole, carta e sapone sono esauriti e bambini e insegnanti hanno difficolta’ a recarvisi, per il moltiplicarsi di check point, posti di blocco e restrizioni di movimento”.
In risposta alla grave crisi in cui versa il sistema sanitario, l’Unicef ha procurato scorte di vaccini sufficienti per tutto il 2006, farmaci e attrezzature di base per oltre 1,2 milioni di dollari a circa 400 centri sanitari, inclusi i reparti maternita’ di 17 ospedali, vitamina A, acido folico, integratori a base di ferro e strumenti antropometrici per 140 cliniche che curano la malnutrizione.
A sostegno delle scuole piu’ in difficolta’, l’organizzazione ha inviato oltre 380 kit scolastici d’emergenza, sufficienti alle attivita’ di piu’ di 30.400 scolari e 760 maestri, e 1.000 kit di materiali per attivita’ socio-ricreative, 110mila cartelle scolastiche sono state ordinate per la distribuzione ai bambini piu’ poveri, 100mila libri d’esercizi per l’istruzione a distanza e il recupero scolastico, gia’ rivelatisi di grande utilita’ durante i periodi di coprifuoco e di chiusura dei territori, per matematica, scienze, arabo e inglese.
Per il settembre 2006, l’Unicef programma una grande campagna per il ritorno a scuola di oltre 1,2 milioni di bambini. ”Per sottrarre i bambini alla quotidiana routine di violenza e lenirne i traumi emotivi -spiega l’Unicef- e’ indispensabile estendere da 23 a 36 gli spazi sicuri per il gioco creati nelle aree piu’ a rischio, a beneficio di oltre 30.000 bambini; e da 12 a 15 i team di psicologi che, attivi in 12 distretti di Gaza e Cisgiordania, offrono assistenza psicosociale ai bambini dopo attacchi militari ed eventi violenti”.
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