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Libano: leader religiosi libanesi condannano “crimini di guerra” di Israele

Capi religiosi cristiani e musulmani del Libano firmano un comunicato durissimo contro le autorità israeliane e chiedono l'intervento della Comunità internazionale per fermare la guerra

di Redazione

I leader cristiani e musulmani libanesi, riuniti nel patriarcato di Bkirki, a nord di Beirut, hanno unanimente condannato il ”crimine di guerra” compiuto da Israele in Libano. Il comunicato, emesso congiuntamente dai rapresentanti delle due fedi religiose, accusa Israele di ”massacri” contro i civili libanesi.

Nella nota le conseguenze della “aggressione” sono appunto qualificate come “crimini di guerra”, e si sollecita “la comunita’ internazionale a fermare” l’una e gli altri, e ad “annullare l’ingiusto blocco” aereo, navale e terrestre imposto da Israele al Paese fin dal 12 luglio. I leader religioosi libanesi riconoscono inoltre che Hezbollah “rappresenta uno dei settori della societa’” nazionale: inciso che conferma il riavvicinamento tra il Partito di Dio, sostenuto dal regime di Damasco, e le forze politiche anti-siriane; tra queste lo stesso premier Fouad Siniora, moderato e filo-occidentale, che pero’ due giorni fa aveva esaltato il movimento integralista per i “sacrifici” sostenuti nella lotta contro lo Stato ebraico, “aggressore e criminale”. Il comunicato odierno e’ stato letto da Mohammad Sammak, portavoce del patriarcato maronita; si tratta della comunita’ cristiana piu’ vasta del Libano.

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