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Italia Aiuta: a Beirut con la paura delle bombe

Mentre continuano i bombardamenti sulla capitale del Libano, le scuole sono prese d'assalto dalla popolazione per ripararsi. Da Beirut per Italia Aiuta

di Redazione

Le scuole sono chiuse per gli studenti a Beirut. Non sono le resse dei giovani per gli esami: sono le masse affollate di famiglie in cerca di un riparo, di un tetto.

Oltre centomila gli sfollati, che vivono in precarie condizioni igieniche nelle scuole della capitale, provenienti dai quartieri della Beirut bombardata, del sud del Libano martoriato dagli incessanti bombardamenti ?giustificati? dalla legittima difesa israeliana.

Un banco di scuola serve da letto per Mansur , che però non trova la quiete nel sonno.
I bambini corrono agitati nei cortili: Alì, un giovane volontario di un?associazione libanese, racconta della paura, della violenza, degli incubi che li accompagnano giorno e notte a causa di ciò che hanno vissuto ?e questa volta si deve proprio dire- sulla loro pelle.

Anche i militari libanesi, di guardia di fronte ad ogni scuola che ospita i senzatetto, non facilitano certo la distrazione di quei giovani che nel gioco cercano un attimo di pace, di mettere nel dimenticatoio per pochi minuti quella guerra che da alcune settimane ha fatto sprofondare nuovamente il Libano in quegli anni bui che tutti cercavano di dimenticare .

E sono decine, centinaia i giovani studenti, lavoratori libanesi che ogni giorno si dedicano volontariamente alla distribuzione di cibo, di coperte, di acqua potabile, dell?organizzazione delle attività per i piccoli e gli anziani soli. Associazioni, circoli culturali, partiti politici o congregazioni d?ogni religione si prodigano a favore dei tanti, troppi, che oggi non hanno più nulla. Ma le esigenze diventano troppe, manca ormai la benzina e l?acqua potabile inizia a scarseggiare.

Sono ormai oltre ottocentomila le persone che sono fuggite dai loro villaggi, dalle case bombardate. Oltre mezzo milione vive nelle montagne attorno a Beirut, laddove è difficile portare i soccorsi a causa dei bombardamenti ancora in corso e delle strade impercorribili.

INTERSOS che è presente da due giorni nel territorio libanese ha definito un piano di azione con l?Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati: è indispensabile raggiungere quelle comunità isolate e senza soccorso prima che la tragedia si trasformi in catastrofe umanitaria.

Quattro gli operatori del team di emergenza INTERSOS che in stretto contatto con le associazioni e le organizzazioni locali stanno avviando le operazioni di soccorso in coordinamento con le Nazioni Unite.

Acqua potabile, medicinali, cibo, fornelli ed utensili da cucina, materassi e coperte: di questo oggi hanno bisogno le famiglie sfollate, ma anche di interventi rivolti ai bambini per affrontare il loro vissuto traumatico, ed una attenzione particolare agli anziani rimasti -in tanti casi- soli.

Domani la missione del team nelle montagne per raggiungere quelle famiglie isolate, quelle comunità ancora alla ricerca di un soccorso.

Oggi, di scuola in scuola, a Beirut per comprendere l?entità dell?emergenza.
?Hanno bombardato Beirut anche oggi? ci dice Zaheer, un collega libanese. Non ce ne siamo neanche resi conto: non so se perché impegnati nei centri degli sfollati o se perché questa guerra oramai fa parte della vita quotidiana che si vive, ogni giorno, a Beirut.

Di notte è invece un’altra cosa. I bombardamenti si sentono e sono impressionanti, terrorizzanti. Per noi è stata la prima volta. Per la gente di Beirut sono ormai quattro settimane.


Italia Aiuta – Comitato Emergenze Onlus
Nata nel dicembre 2004 per l’emergenza Darfur,
lancia una raccolta fondi a favore dei profughi del Libano

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