Mondo

Sudan: 400 rifugiati di ritorno dal Congo

Tutti i rifugiati originari del Sudan meridionale

di Redazione

È previsto per la giornata di domani il rientro nelle proprie case in Sudan meridionale di circa quattrocento rifugiati sudanesi che si trovano attualmente nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). I rifugiati viaggeranno a bordo di un convoglio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) in partenza dalla zona di Aba, nella Provincia Orientale della Rdc. La maggior parte dei rifugiati provenienti dal Sudan meridionale che si trovano nella Rdc sono ospitati in siti nell’area di Aba.

Molti rifugiati sudanesi sono desiderosi di ritornare al proprio paese. La firma di un accordo tripartito tra Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Acnur ha aperto la strada alle operazioni di rimpatrio volontario tra i due paesi. Dei circa 5mila rifugiati sudanesi ospitati ad Aba, l’Acnur e i propri partner hanno finora registrato 3.200 persone che hanno espresso il desiderio di ritornare.

Le numerose richieste per il rimpatrio volontario non costituiscono l’unico segno della volontà dei rifugiati sudanesi di ritornare a casa. Molti di essi sono già ritornati spontaneamente. All’inizio di quest’anno, l’Acnur ha organizzato, per molti leader delle comunità di rifugiati, visite mirate a verificare la situazione nelle aree di ritorno, le cosiddette “go-and-see-visits”. In questo modo i leader hanno potuto osservare la situazione nei propri villaggi d’origine, valutare le condizioni di vita e incontrare le comunità e le autorità locali del Sudan meridionale. In seguito, hanno condiviso le loro esperienze e le loro impressioni con i rifugiati rimasti nella Repubblica Democratica del Congo.

In termini logistici, l’Acnur deve affrontare serie difficoltà dovute alle condizioni delle strade dell’area. Per i primi 400 rimpatriati da Aba, il viaggio di domani comincerà con il trasferimento dagli insediamenti in cui si trovano verso un centro di transito ad Aba, dove potranno ricevere un pasto caldo e trascorrere la notte. Il giorno successivo, il convoglio raggiungerà un centro di transito in Sudan meridionale, dove i rifugiati di ritorno passeranno la notte prima di intraprendere l’ultima tappa del viaggio verso i loro villaggi d’origine.

Gli operatori dell’Acnur in Sudan meridionale forniranno ai rifugiati rimpatriati assistenza materiale di base, che comprende tra l’altro da materiali da costruzione, utensili per la casa e razioni alimentare per tre mesi offerta dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam). Si prevede che nei prossimi mesi i trasferimenti di rimpatrio da Aba proseguiranno regolarmente al ritmo di un convoglio a settimana.

All’inizio di quest’anno, l’Acnur ha organizzato numerosi trasferimenti di rimpatrio verso il Sudan meridionale a partire dalla zona di Aru – anch’essa nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo – grazie ai quali sono rientrati alle proprie case più di 1.600 rifugiati. La Rdc accoglie ancora circa 13mila rifugiati sudanesi, molti dei quali stanno ricevendo assistenza umanitaria dall’Acnur e dalle agenzie partner.

A partire dalla fine dello scorso anno, l’Acnur ha organizzato il rimpatrio in Sudan Meridionale di rifugiati provenienti dai paesi limitrofi, a cominciare dal Kenya e poi da Etiopia, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana. Finora, l’Acnur ha assistito 13mila rifugiati nel ritorno in Sudan meridionale.

Circa 350mila rifugiati sudanesi si trovano ancora all’interno di campi nei paesi limitrofi * alcuni di essi da più di vent’anni * mentre circa 4 milioni sono gli sfollati originari dal Sudan meridionale all’interno dello stesso Sudan. La metà di loro è rimasta nel sud del paese mentre un’altra metà si è diretta nell’area di Khartoum e Kassala.

Oltre alle persone rimpatriate con l’assistenza dell’Acnur, si stima che altri 100mila rifugiati siano ritornati autonomamente dai paesi limitrofi in Sudan meridionale, prima o immediatamente dopo la firma dell’accordo di pace del gennaio del 2005 che ha posto fine a ventun’anni di guerra.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.