Famiglia
Prepotenza e giochi di prestigio
Documenti/ Putin raccontato da Elena Tregubova
di Redazione
Elena Tregubova, nata a Mosca nel 1973, è autrice di un documentato volume sulla fine della libertà di stampa nell?epoca di Putin, I mutanti del Cremlino, uscito in Russia nel 2003. La Tregubova racconta giorno per giorno il progressivo restringersi degli spazi di libertà nel passaggio dalla presidenza Eltsin all?avvento di Putin da un osservatorio certamente privilegiato: è stata infatti per diversi anni cronista parlamentare accreditata al Cremlino, anche se per il suo rifiuto di accettare le nuove regole è stata alla fine esclusa dal pool ammesso a seguire il presidente e licenziata dal suo giornale (il Kommercant, uno degli ultimi giornali indipendenti che è stato poi chiuso).
Per il suo libro ha faticato molto a trovare in Russia un editore che non temesse la vendetta del Palazzo. Uscito per Ad Marginem, la casa editrice più iconoclasta del Paese, il libro è subito diventato un bestseller, rimanendo per mesi al primo posto in classifica. Nel febbraio del 2004 la Tregubova è sfuggita all?esplosione di una bomba davanti alla porta della sua abitazione e da allora ha dovuto limitare la sua attività.
Nel 2005 I mutanti del Cremlino è stato pubblicato in Italia da Piemme e nella prefazione la Tregubova si rivolge così ai lettori italiani: «Prima, all?epoca dell?Unione Sovietica, per lo meno sapevate molto bene che là, oltre la cortina di ferro, c?era l? ?impero del male?, una dittatura. Oggi, al contrario, vi mostrano solo una bella scenografia, con al centro un sorridente Bush che stringe la mano al suo miglior amico, Vladimir Putin». Qui vi proponiamo una pagina del libro.
di Elena Tregubova
I giornalisti occidentali mi chiedono di continuo: «Ma perché il vostro Putin è così terrorizzato dalla stampa libera?».
Viene subito in mente la risposta più banale: Putin è il miglior frutto del Kgb, per il quale un giornalista indipendente, per definizione, non era altro che ?la voce del nemico?. Non bisogna dimenticare, infatti, che l?uomo ora alla guida dello Stato russo è entrato da giovane, per propria scelta consapevole, nel Kgb, organo che a quei tempi eliminava fisicamente i dissidenti del Paese.
Un?altra risposta può essere data in base alla carriera fulminea di un Putin, invisibile funzionario, diventato presidente del tutto per caso grazie a intrighi di controllo dell?entourage di Eltsin. Questi uomini si ritrovarono a operare una scelta in condizioni catastrofiche, e la presero in maniera convulsa, senza ponderarla bene. Ricordo che quando Eltsin proclamò Putin come suo successore, la popolarità di quest?ultimo (persino secondo i dati dei servizi d?indagine sociologica di fiducia al Cremlino) era del 2%. Per un Paese grande come la Russia questo grado di popolarità si trovava ai limiti dell??errore statistico?, vale a dire essere vicini allo zero. Inoltre, a quei tempi, non concedeva alcuna fiducia a Putin oltre il 29% dei cittadini.
Far leva sulla Cecenia
E Putin ricorda bene come, con l?aiuto di un classico gioco di prestigio noto da tempo ai pierre dei presidenti di tutto il mondo, la sua popolarità sia stata gonfiata nel giro di tre mesi: esclusivamente grazie a una ?piccola guerra vittoriosa? in Cecenia. Una guerra che è stata presentata all?opinione pubblica con il ricorso a una violenta censura televisiva e a una totale propaganda dello Stato sui mezzi d?informazione di massa, che raffiguravano Putin come un eroe – condottiero. Come, a dire il vero, si chiarì poco tempo dopo, quella guerra da ?piccola? e ?vittoriosa?, si trasformò a tutti gli effetti in un lungo conflitto sanguinoso, infinito e impossibile da controllare su vasta scala. Ma questa verità non comparve mai sugli schermi televisivi, e non fu mai vista dagli elettori russi. Perché da lì a pochi mesi Putin aveva già iniziato a liquidare in modo sistematico tutti i canali televisivi indipendenti.
Putin, dunque, sapeva bene che sarebbe potuto diventare presidente solo con l?aiuto della censura e con il controllo della televisione nel periodo della campagna elettorale.
E perciò per farsi eleggere presidente per la seconda volta, da esperto ?capo spionaggio?, Putin ha trasformato tutti i mezzi d?informazione di massa in organi del Cremlino, così da non rischiare un insuccesso elettorale.
Il contrario di Eltsin
E ora la realtà russa non è altro che un mondo alla rovescia fatto di specchi deformanti. Grazie al pieno controllo propagandistico del Cremlino sulla televisione, proprio la guerra in Cecenia, per cui Eltsin veniva aspramente attaccato, è diventata addirittura motivo di orgoglio per Putin. A causa della guerra cecena, nel 1996 Eltsin per poco non perse la carica di presidente, mentre Putin proprio grazie a essa ottenne la stessa carica.
Putin non è stato in grado di risolvere anche altri problemi che tormentavano Eltsin (gli scioperi per il ritardo di mesi nel pagamento degli stipendi statali, il livello di vita vergognosamente basso della popolazione, tanto che in molte regioni russe vengono considerati alti stipendi da cento dollari al mese, la riforma della vecchia economia sovietica rimasta incompleta). Solo che questi problemi sono diventati più grandi e ai giornalisti è stato ordinato di tacere in proposito.
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