Mondo

A caccia di bytes per battere la malaria

Com’è nato e come funziona il volontariato informatico. Di Irene Amodei

di Redazione

L?idea è nata nello Space Sciences Laboratory di Berkeley a metà degli anni 90. Per ricercare segni di intelligenza extraterrestre, il radiotelescopio di Arecibo a Portorico aveva bisogno di una potenza di calcolo enorme che sfuggiva alla portata di qualsiasi istituto o supercalcolatore disponibile. Il team californiano dell?Ssl lanciò allora SETI@home, un progetto di «volunteer computing» o «computing network», vale a dire di calcolo distribuito che, in pratica, aggirava il problema del calcolo su larga scala sfruttando il potenziale dormiente e i numerosi «momenti morti» di migliaia di pc privati nel mondo: centinaia di milioni di computer rimangono inattivi ogni notte e spesso, durante il giorno, svolgono funzioni che richiedono molto meno della metà della loro capacità di memoria e di calcolo. Perché dunque non trovare il modo di attingere a questo «serbatoio di byte» sottoutilizzato? Il meccanismo per farlo è piuttosto semplice: basta scaricare sul proprio apparecchio il programma che, girando come un semplice salvaschermo, senza ridurre le prestazioni del singolo computer, periodicamente riceve ed elabora in modo automatico un gruppo di dati funzionali a un più vasto progetto di ricerca, inviando i risultati ad un server remoto. Nel 2003 lo stesso gruppo che aveva sviluppato SETI@home lanciò, alla guida di David Anderson, Boinc, un acronimo che sta per Berkeley Open Infrastructure for Network Computing, una piattaforma open source universale che permette la sottoscrizione a uno o più progetti di calcolo distribuito, ovvero il funzionamento di differenti applicazioni simultaneamente. Boinc consente, in pratica, di allocare le risorse libere del pc mettendole al servizio non più di uno solo bensì di una larga gamma di progetti.

Da E.T. all?aiuto umanitario

Ebbene, l?ultima delle applicazioni per Boinc – dopo, tra le altre, ClimatePrediction.net, che studia i cambiamenti climatici del XXI secolo, e Predictor@home, che sviluppa nuovi algoritmi per investigare le proteine e il loro assemblaggio – è Africa@home, un progetto concepito e coordinato dal Cern – European Organization for Nuclear Research, in collaborazione con lo Sti – Swiss Tropical Institute di Basilea, il Dipartimento di Informatica dell?università di Ginevra e le organizzazioni non governative Icv – International Conference Volunteers e Isf -Informaticiens sans Frontières.

Africa@home intende sfruttare lo stesso sistema di condivisione volontaria di risorse di calcolo di SETI@home orientandolo però allo studio e alla risoluzione dei problemi sanitari e ambientali del continente africano. Nell?autunno scorso alcuni studenti provenienti da Mali, Camerun, Svizzera e dal Niels Bohr Institute di Copenhagen hanno lavorato, sotto la supervisione di esperti del Cern e dello Sti, per mettere a punto MalariaControl.net, un programma in grado di ricostruire le dinamiche di trasmissione del paludismo in Africa e analizzare comparativamente il probabile impatto delle differenti strategie di controllo (dai farmaci antimalarici attualmente allo studio alla distribuzione di zanzariere).

Lo Swiss Tropical Institute disponeva, in partenza, di 40 computer. In seguito all?adesione volontaria di migliaia di persone a MalariaControl.net il numero è oggi salito a 5.600, con un risparmio sui tempi di elaborazione e ricostruzione dei modelli epidemiologici stimato a una cinquantina d?anni. L?obiettivo è arrivare a 10mila volontari, una quota non spropositata se si pensa che SETI@home ne coinvolge attualmente un milione e rotti, sparsi in 227 Paesi.

Ma non è tutto. Se molta di questa potenza elaborativa arriverà dal mondo che si vuole sviluppato – Nord America ed Europa – uno degli obiettivi principali di Africa@home è il coinvolgimento di università e istituzioni africane nello sviluppo e nell?esecuzione delle applicazioni che gireranno sui computer dei volontari. La seconda fase del progetto prevede, infatti, l?installazione di un server Boinc direttamente in Africa, precisamente al Campus Numérique de la Francophonie, a Bamako, in Mali, in modo che il mondo scientifico africano possa finalmente disporre di uno strumento all?avanguardia per condurre le proprie ricerche, senza bisogno di delegarle ad altri.

«L?obiettivo finale di questa forma di solidarietà numerica», spiega Viola Krebs, vice presidente di Isf e segretario generale di Icv, «deve essere collaborare alla costruzione di poli di competenza direttamente in Africa, in modo da offrire al ricercatore la possibilità di identificare autonomamente il progetto, al quale poi applicare il sistema Boinc».

Una volta completati gli studi sulla malaria, ad esempio, si potrà passare alla tubercolosi o all?Aids. Il che, per un metodo messo a punto per parlare con gli extraterrestri, è un risultato rivoluzionario…

La Mappa

Informaticiens sans Frontières

Sensibile ai problemi connessi a cosiddetto
«digital divide» e alla diffusione
delle nuove tecnologie di comunicazione
nei Paesi in via di sviluppo, Informaticiens
sans Frontières (Software Without Borders)
è una ong composta da volontari
internazionali che ha sede al Cern, a
Ginevra. Educazione e comunicazione sono
i due pilastri strategici dell?organizzazione:
«Internet, il web e la posta elettronica»,
spiegano i responsabili, «sono solo
strumenti tecnologici e non possono
rappresentare una soluzione complessiva. Se
non puoi mangiare, bere o rimanere in salute,
Internet non migliorerà la tua condizione. La
formazione deve pertanto essere il primo
passo per lo sviluppo».
www.isfswb.org

International Conference Volunteers

Nata nel 1999 e diventata federazione nel
2005, la ong ICVolunteers recluta, forma e
coordina oltre 1.500 volontari di un centinaio di
Paesi per progetti non profit (servizi di
supporto a conferenze, cyber volontariato e
servizi linguistici). Ginevrina di nascita, ha uffici
in Francia, Mali e Canada e conta, tra gli Stati
membri, il Benin, il Congo Brazzaville, il
Senegal, il Sudafrica e la Spagna.
www.icvolunteers.org

Altri link sull?argomento

Su Africa@home:
http://africa-at-home.web.cern.ch
www.malariacontrol.net

Sulla tecnologia Boinc:
http://boinc.berkeley.edu
http://boinc.netsoft-online.com

Sul «volunteer computing»:
http//gridcafe.web.cern.ch/gridcafe

Il sito www.shindouk.org è un esempio
delle realizzazioni del programma
CyberVolunteers, gestito insieme da Isf e Icv,
che mobilita volontari informatici di tutto il
mondo ponendone le competenze al servizio
di progetti di sviluppo e cause umanitarie

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