Mondo

La guerra del Canada algi ultimi innu

Una base aerea per l’addestramento dei piloti da supersonici sta facendo fuggire dalle loro terra questo popolo. Ora le Nazioni unite sono scese in campo.Di Fabrizio Carbone

di Redazione

Come ogni anno, il giorno dedicato dalle Nazioni Unite ai 300 milioni di popoli indigeni che abitano questo pianeta è passato del tutto inosservato, specialmente nei paesi del primo mondo, in molti casi indaffarati a risolvere il problema delle vacanze estive. Il giorno dei popoli indigeni infatti cade il 9 agosto e, sull?argomento, non appare alcuna notizia nei media. Quest?anno in verità ne sarebbe valsa la pena perché nel 2006 la Commissione Onu per i diritti umani ha approvato la bozza definitiva della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Per vararla ci sono voluti decenni ed è nel 2001 che c?è stata una svolta per stringere e arrivare a concludere, almeno sulla carta, una vertenza difficile.

La Commissione Onu ha sì approvato la bozza, ma non ha ottenuto l?unanimità. A votare contro sono stati Russia e Canada, due giganti collocati quasi alle stesse latitudini, a est e a ovest dell?emisfero boreale. Per loro, evidentemente , i popoli che vivono nelle foreste rimaste del Borneo, della Papua Nuova Guinea, dell?Amazzonia, della Siberia non devono avere diritti paragonabili a quelli del primo mondo. Ma qual è la causa di questo comportamento? Perché Russia e Canada hanno messo in atto questo comportamento nei confronti di una bozza di dichiarazione che sarà sottoposta all?Assemblea generale delle Nazioni Unite entro la fine del 2006 affinché tutti i Paesi membri siano chiamati a votarla?

Eldorado Siberia

Gli osservatori attenti, cioè quelle poche ong che si dedicano al problema e lavorano da decenni per difendere i diritti di piccoli gruppi etnici che sopravvivono – e male -, hanno un?idea precisa. Prendiamo per esempio la Siberia russa: qui resistono allo sterminio culturale e sociale forse non più di 300mila persone, divise in 30 popoli tribali che parlano lingue completamente diverse fra loro; che non hanno mai avuto nulla a che fare con la Russia zarista di un tempo né con quella sovietica di poco fa e neppure con l?attuale governata dal presidente Putin. Popoli come gli Ewenki, i Khanty, gli Yacut, i Koni, i Nenet, gli Udege, fino agli Orok che sono appena 200, hanno subìto persecuzioni centenarie dal momento della ?conquista del Far Est?, fotocopia esatta di quello che avvenne nel Far West nordamericano. Oggi le terre dei popoli tribali siberiani, il 58% del territorio russo attuale, sono oggetto di desiderio di grandi compagnie del legname, del petrolio, di multinazionali che commerciano in oro, diamanti e ogni tipo di metallo pesante. E così si spiega il voto contro del rappresentante russo. I diritti di quei popoli cozzano con le mire economiche del gigante russo.

Ripicca nordica

Il no del Canada – Paese civilissimo che però ogni anno massacra a bastonate i cuccioli di foca con la scusa che sono troppi e mangiano troppo pesce – si spiega forse come forma di ripicca per una condanna, proprio da parte dell? Onu, di comportamenti non proprio corretti di quel governo nei confronti di un popolo, gli Innu, 20mila cacciatori di caribù e pescatori di salmoni, costretti a fuggire dalle loro terre del Labrador e da Goose Bay. In questa località, in particolare, esiste una base aerea per addestramenti dei piloti di caccia supersonici al volo a raso, cioè a bassissima quota. Così gli Innu non riescono più a cacciare e pescare trovando acqua e foreste inquinate. E, oltre alla dilagante piaga dell?alcolismo, possono contare un triste primato, quello del più alto tasso al mondo suicidi/popolazione. Tra i pochi a difenderli, solo i volontari e i dirigenti di Survival International, l?organizzazione fondata più di 30 anni fa dall?antropologo Claude Levi Strauss e da Sir Hambury Tenison proprio per aiutare i popoli tribali a reagire ad angherie di ogni tipo che, molto spesso, hanno assunto forme di un vero genocidio.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it