Welfare

Così si porta l’infanzia al centro

Le voci della politica. Tutti d'accordo: il 114 è stato un servizio utile. Ma occorre fare ancora di più per tutelare i minori... Di Benedetta Verrini e Carmen Morrone

di Redazione

«Il fatto che lo Stato abbia aperto questo canale d?ascolto è una delle conquiste migliori di questo tempo. Perché significa che i diritti dei bambini sono una realtà nel contesto sociale ». Così Marida Bolognesi, parlamentare Ds ed ex componente della Bicamerale per l?Infanzia, valuta l?esperienza del numero di Emergenza infanzia 114 realizzata in questi tre anni. Grande importanza, secondo la Bolognesi, ha avuto la collaborazione con un?organizzazione con l?esperienza di Telefono Azzurro, che «dimostra l?interazione sempre più forte e presente tra le istituzioni pubbliche e il privato sociale».

«Si è sfruttata la grande esperienza della onlus e quindi si è potuto allargare il servizio, e soprattutto non renderlo condizionato dalle decisioni del Parlamento », aggiunge Maria Burani Procaccini, senatrice di FI ed ex presidente della Bicamerale infanzia. Il lavoro realizzato dal 114 («risultato del lavoro fatto con il precedente ministro Gasparri e con la Bicamerale»), potrà certamente offrire informazioni utili anche ai ministeri competenti, nell?adozione di politiche di protezione dell?infanzia, e al Parlamento stesso, nella valutazione di nuove leggi. «È un?occasione di monitoraggio fondamentale», conferma la Burani. «Sto diventando un po? critica nei confronti degli osservatori. Esistono già strutture come Telefono Azzurro o l?Istituto degli innocenti di Firenze, che fanno un lavoro di ascolto che è fondamentale. Chi più di loro sono osservatori? Il loro ?utilizzo sociale? è grandissimo. Ad esempio, Telefono Azzurro ha modo di monitorare la depressione degli adolescenti».

Ma la riconferma e il rilancio di questo canale d?ascolto passano anche attraverso l?adozione di nuove iniziative a favore dei minori: entrambe le parlamentari ricordano, ad esempio, l?urgenza dell?istituzione del Garante nazionale per l?infanzia. «In Italia questa figura manca», dice la Bolognesi, «e io ritengo che seppur nazionale, esso dovrà avere punti di contatto sul territorio. Tutto ciò funziona se si fa rete, partendo proprio dall?ascolto dei bambini come è accaduto con il 114».

Un fronte, quello dell?infanzia in difficoltà, che spazia sempre più entro nuovi confini, compreso quello dei piccoli stranieri, sui quali la sottosegretaria agli Interni, Marcella Lucidi, anticipa il lancio di un piano nazionale: «I minori stranieri non accompagnati sono tre volte vulnerabili: perché minori, stranieri e soli. Mentre le prime due sono delle condizioni oggettive su cui non si può intervenire, la terza richiede tutta la nostra attenzione ». Ad assicurare l?attenzione globale del governo per il tema minori è lo stesso sottosegretario alla Solidarietà sociale, Franca Donaggio, che ha la delega per l?infanzia. «L?esperienza del 114 è certamente utile ed è evidente che per il precedente governo ha rappresentato il passaggio minimo indispensabile nell?ambito di una politica di tutela dei minori», dichiara. «Riguardo alla possibile riconferma e rilancio di questo numero d?emergenza, dovremo certamente valutare attentamente gli esiti e fare un bilancio approfondito dell?esperienza maturata. Di certo, posso assicurare che ci stiamo predisponendo a un?azione di tutela e sostegno dei minori che andrà anche oltre lo strumento della segnalazione telefonica. Grazie a un?accelerazione delle diverse pdl, anche bipartisan, già depositate in Parlamento, puntiamo a una legge quadro per l?istituzione del Garante nazionale per l?infanzia che, grazie alla rete dei garanti regionali in alcuni territori già operativi, possa costituire un?importante autorità di protezione, con ampio potere d?azione, a favore dei bambini in difficoltà».