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Sudan: Ue preoccupata per espulsione inviato speciale Onu

L'inviato speciale delle Nazioni Unite Jan Pronk era stato espulso per le sue dichiarazioni sulle difficoltà delle truppe sudanesi in Darfur

di Redazione

La Commissione europea si e’ detta ”molto preoccupata” per l’espulsione da parte delle autorita’ sudanesi dell’inviato speciale dell’Onu a Karthoum, Jan Pronk. Lo ha dichiarato a Bruxelles Amadeu Altafaj Tardiu, portavoce del commissario Ue allo Sviluppo, Louis Michel.

leri, il Sudan ha ordinato a Pronk di lasciare il Paese entro tre giorni. Il governo di Kharthoum non ha infatti gradito i commenti del funzionario delle Nazioni Unite sul morale delle truppe sudanesi, che sarebbe sceso dopo due sconfitte subite nel Darfur. ”La Commissione e’ molto preoccupata, si tratta di un nuovo deterioramento della situazione”, ha dichiarato Altafaj Tardiu sottolineando che nel Darfur ”l’Onu svolge un ruolo fondamentale che dovrebbe essere rafforzato”. In questo contesto, ha avvertito ancora il portavoce, Karthoum ”dovrebbe preservare il ruolo dell’Onu come istituzione multilaterale”.

A fine agosto, il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione con la quale ha deciso di inviare nella regione una forza internazionale di circa 17mila soldati e 3mila poliziotti per sostituire Amis II, l’attuale missione di peacekeeping dell’Unione africana (Ua), non in grado di garantire l’incolumita’ della popolazione civile. Su una simile svolta, tuttavia, si allunga l’ombra delle autorita’ sudanesi, fino ad oggi contrarie ad una presenza di Caschi Blu.

Altafaj Tardiu ha anche ricordato che il ruolo dell’Onu in Sudan non si limita solo all’eventuale sostituzione delle forze dell’Ua ma, ha ricordato ”l’Onu permette soprattutto a centinaia di migliaia di sudanesi di rimanere in vita” grazie al lavoro dei Caschi Blu gia’ presenti nella regione.

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