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Italiani: più fiducia nel miglioramento delle proprie condizioni economiche
E' quanto emerge da unindagine sugli Italiani e il risparmio Ipsos in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio che si svolge domani
di Redazione
Da sei anni, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, ACRI, l?Associazione delle Casse di Risparmio Italiane e delle Fondazioni di Origine Bancaria, presenta un?indagine sugli Italiani e il risparmio, realizzata in collaborazione con Ipsos. Dopo la sensazione di rapido e progressivo peggioramento avvertita nei primi anni 2000 e una sorta di stabilità registrata nel 2005, l?indagine 2006 registra l?attesa degli Italiani di un possibile miglioramento futuro della propria condizione economica (un terzo è fiducioso nel miglioramento, meno di un quinto è sfiduciato), anche se quasi la metà del Paese si considera ancora in una situazione insoddisfacente. Il numero di coloro che dicono di riuscire a risparmiare è costante rispetto all?anno passato (37%), mentre aumentano coloro che dichiarano di consumare più di quanto guadagnano (26%; 22% nel 2005).
L?ottimismo per un miglioramento sia a livello personale sia mondiale risulta prevalentemente legato a favorevoli aspettative riguardo alla situazione economica europea: la percentuale di coloro che pensano migliorerà è del 38%, il doppio di coloro che pensano peggiorerà, 19%. Ed è alle istituzioni europee che molti Italiani sembrano affidare un?importante responsabilità nella tutela del risparmio, nonostante alcune insofferenze legate all?introduzione dell?Euro. La fiducia nell?Europa, infatti, rimane buona così come nelle sue possibilità di sviluppo economico.
La maggior parte degli Italiani (86%) ritiene importante che l?investimento del proprio risparmio contribuisca alla crescita del Paese e che vengano finanziate attività nazionali piuttosto che estere. Per questo alcuni (13%) si dichiarano persino disposti a sacrificare parte dei rendimenti auspicati. Se l?alta propensione al risparmio degli Italiani si conferma – sono infatti l?85% quelli che vorrebbero risparmiare, il 37% quelli che ci riescono – ancora bassa risulta invece la loro propensione ad investire in strumenti finanziari, con un lieve ulteriore calo del numero di coloro che dichiarano di possedere una qualche forma di risparmio gestito o amministrato (circa 1 punto percentuale su ogni strumento). C?è invece una ripresa di coloro che preferiscono l?investimento immobiliare: il 70% contro il 66% del 2005.
Gli Italiani si considerano piuttosto inesperti in materia finanziaria (circa il 70% del campione, contro il 58% del 2001), ciò nonostante molti dichiarano di fare da soli le proprie scelte di impiego del risparmio (il 19% contro il 10% del 2001), e questo può indurli ad affrontare investimenti ad alto tasso di rischio attratti dal rendimento potenziale.
Per gli Italiani il risparmio sembra essere importante non solo per la propria sicurezza economica, ma anche per quella emotiva. Questo induce a richiedere un più serrato sistema di controlli (71%) anche a costo di una minore efficienza, e a chiedere pene severe per chi truffa. Le tutele attuali sono ritenute insufficienti e sempre meno efficaci per il futuro (51% meno efficaci contro 37% più efficaci), perché da un lato c?è la consapevolezza della propria modesta competenza in materia finanziaria, dall?altro c?è scarsa fiducia nel mercato quale fonte di auto-regolamentazione. Poco interesse destano, pertanto, eventuali norme tese a rendere il sistema finanziario più libero ed efficiente; e l?apertura verso l?esterno suscita più timori che speranze.
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