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La Toscana “apre” anche ai volontari stranieri

Servizio civile: a gennaio 2007 parte l'alternativa aperta anche agli extracomunitari residenti

di Redazione

Ho 24 anni, sono nato in Marocco, ma risiedo in provincia di Firenze. Ho conosciuto un?associazione locale che cerca giovani per il servizio civile. Ho sentito che in Toscana posso farlo grazie a una nuova legge. Ne sapete qualcosa?
Amir (email)

La Toscana è stata una delle prime regioni a varare il servizio civile regionale. Lo prevede una proposta di legge della Giunta regionale e approvata dalla commissione consiliare Affari istituzionali. Perché il progetto diventi operativo si dovrà attendere l?emanazione da parte del consiglio regionale del bando e dei regolamenti, ma dovrebbe partire a gennaio 2007. È un?alternativa al servizio civile nazionale, aperto ai giovani dai 18 ai 30 anni, che saranno impegnati non più di 30 ore a settimana per 12 mesi, con un rimborso spese di circa 420 euro, secondo i parametri nazionali. La vera novità è che il servizio regionale sarà aperto anche agli extracomunitari che risiedono in Toscana.

Sono 23 gli articoli della legge che, istituendo il Servizio civile regionale, intende «favorire la formazione dei giovani ai valori di giustizia e solidarietà promovendo la partecipazione sociale e l?educazione alla cittadinanza attiva e solidale». Al primo punto fra i settori di impiego sono indicati i servizi alla persona: assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. Viene istituito, presso la giunta, l?albo degli enti di servizio civile regionale: enti e organizzazioni, pubblici e privati, operanti sul territorio e in possesso di determinati requisiti (fra cui l?assenza di scopo di lucro): spetterà a loro presentare progetti in base a bandi emanati dalla Regione.

L?apertura agli stranieri «è uno degli elementi caratterizzanti la legge della Toscana», dichiara Gianni Salvadori, assessore alle Politiche sociali. «La possibilità di porsi al servizio della comunità rappresenterà un importante fattore di integrazione degli immigrati ormai stabilmente e positivamente presenti in Toscana. Un primo esempio di quella società plurale e coesa che vogliamo costruire proprio a partire dalle giovani generazioni».
P. Mat.)

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