Cultura

Mr Fukuyama, please. La smetta con le sue teorie

Recensione del libro "L'uomo oltre l'uomo" di Francis Fukuyama.

di Domenico Stolfi

A volte ritornano. L?avevamo lasciato, l?ineffabile Francis Fukuyama, un paio d?anni fa con un saggio che rivoluzionava una sua precedente rivoluzionaria teoria, che a sua volta aveva rivoluzionato la sua prima e ancor più rivoluzionaria tesi: la fine della storia. Ricapitolando, con la morte del socialismo reale, Fukuyama proclamò nell?89 la definitiva vittoria del modello liberista e la conseguente fine della storia, inutile zavorra ideologica dopo che gli uomini avevano finalmente capito che nessun sistema poteva eguagliare i paradisi thatcheriani e reaganiani. Dieci anni dopo, il Nostro ci ripensava: no, la storia non è finita. Perché? Ma perché il vero volano dello sviluppo sociale è il progresso scientifico e non esiste scienza senza storia. Oggi con L?uomo oltre l?uomo (Mondadori,17,40 euro), Fukuyama tira fuori il terzo saggio definitivo in poco più di vent?anni. Questa volta l?assunto è che le mirabolanti scoperte della biologia e della genetica obbligano a ripensare struttura e funzionamento del modello liberaldemocratico. A questo punto qualcuno potrà chiedersi il motivo per cui le tesi d?un simpatico cialtrone come Fukuyama scatenino per mesi le quasi sempre ammirate riflessioni di opinionisti di mezzo mondo. Una risposta forse c?è: nessuno come lui riesce a confortare e a divulgare con slogan roboanti i dogmi del pensiero unico, che non vede l?ora di leggere la prossima puntata della saga. Titolo? La storia della fine.

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