Famiglia
Legambiente: in ritardo 53% treni dei pendolari
Il dato emerge dalla fotografia scattata da Legambiente che, per difendere il popolo che sceglie il treno, ha promosso la campagna 'Pendolaria', presentata oggi alla stampa.
di Redazione
Ritardi, sporcizia, bagni inagibili, impianti rotti, sovraffollamento. E’ questa la dura realta’ con la quale devono fare i conti, tutti i giorni, le centinaia di migliaia di pendolari che viaggiano con i treni regionali per andare a scuola o al lavoro. Una realta’ che emerge dalla fotografia scattata da Legambiente che, per difendere il popolo che sceglie il treno, ha promosso la campagna ‘Pendolaria’, presentata oggi alla stampa. La settimana di ‘Pendolaria’ e’ cominciata con tre giorni di controlli serrati sui treni in arrivo tra le 8 e le 10 del mattino nelle stazioni di Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. Risultato: il 53% dei convogli arriva con un ritardo medio di 5,5 minuti e il record negativo e’ di Milano, con il 94% e 9 minuti in piu’ sulla tabella di marcia. Numeri che, ha sottolineato il presidente di Legambiente Roberto Della Seta nel corso di una conferenza stampa, dimostrano come il trasporto locale sia la ‘cenerentola’ del settore. Eppure, ”sui treni pendolari viaggiano ogni giorno oltre 1 milione e mezzo di italiani, contro i 200 mila che salgono su Eurostar e Intercity. Chi per andare al lavoro o a scuola usa il treno – ha aggiunto Della Seta – andrebbe trattato con i guanti e considerato un benemerito, perche’ il trasporto ferroviario e’ la forma di mobilita’ meno inquinante e meno costosa in termini energetici. Invece troppo spesso viene preso a schiaffi: noi vogliamo che questo cambi, e chiediamo alla politica nazionale, alle Regioni, ai nuovi vertici delle Fs di unirsi per dare all’Italia un trasporto pendolare degno di un grande Paese europeo”. E oltre alla beffa, si agginge il danno: quello economico che un’indagine di Altroconsumo ha calcolato sulla busta paga del pendolare e’ in media di 350 euro all’anno. Per Legambiente, il pendolarismo e’ ormai diventato una questione nazionale, e come tale va affrontato. Ma le risorse destinate al trasporto locale sono ferme alle cifre del 2000: il totale dei contratti di servizio tra Trenitalia e le Regioni e’ di 1,4 mld di euro, la stessa cifra del 2000 (cioe’ in termini reali il 7% in meno) e molto meno del costo di una qualsiasi delle decine di nuove autostrade che si vogliono costruire nel nostro Paese.
Deludenti, ha denunciato oggi Della Seta, sono anche i primi passi del Governo Prodi, che con il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha preannunciato pochi giorni fa un programma di infrastrutture ritagliato sulla Legge Obiettivo, che ha destinato il 70% delle risorse al trasporto su strada. ”Il trasporto su ferro – ha sottolineato Della Seta – rappresenta la cura principale al mal di smog che affligge le grandi e medie citta’ d’Italia, e uno strumento decisivo per combattere i mutamenti climatici. La nuova finanziaria ha previsto 300 milioni di euro in tre anni per rafforzare il trasporto pubblico locale: assolutamente troppo poco rispetto alle necessita’, pochissimo rispetto ai 520 milioni che solo nel 2007 sono destinati a strade e autostrade. Occorre invertire la rotta e far diventare i nodi urbani la vera priorita’ nelle politiche nazionali dei trasporti, perche’ la qualita’ di un paese si misura anche sui servizi pubblici che offre ai suoi cittadini”. La critica di Legambiente non e’ rivolta solo al Governo: ”le Regioni, che ogni inverno protestano con Trenitalia per la qualita’ del servizio, sono quelle che poi chiedono soldi solo per autostrade e collegamenti ferroviari ad Alta Velocita’, mentre le Fs finora hanno investito soprattutto sull’alta velocita”’. E questa scelta sembrerebbe confermata dalle recenti dichiarazioni del presidente Fs, Innocenzo Cipolletta, il quale ha calcolato in circa 6 miliardi di euro le risorse necessarie per soddisfare gli obiettivi di modernizzazione, cosi’ suddividendone la destinazione: 3,5 miliardi di Euro per l’alta velocita’, 1,4 miliardi per la rete convenzionale, 500 milioni di Euro per le convenzioni, 700 milioni di Euro per la ricapitalizzazione di Trenitalia. Quattro sono le richieste che avanza Legambiente a governo, Regioni, Fs. Gli investimenti nei nodi urbani devono essere una voce maggioritaria nelle politiche nazionali dei trasporti; occorre individuare uno specifico fondo nazionale per i servizi di trasporto pendolare e definire una strategia di potenziamento del trasporto pubblico locale condivisa da parte di Regioni, Province e Comuni incentrata sul trasporto ferroviario come avviene in tutte le citta’ europee. Altra richiesta e’ l’istituzione di una carta dei diritti dei pendolari che fissi obiettivi di servizio, diritti dei cittadini utenti, condizioni minime di informazione, qualita’, rimborso per disfunzioni che avvengano nelle diverse citta’ metropolitane italiane.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.