Mondo
Iraq: la pace si discute a Sharm el Sheikh
E' al secondo giorno la conferenza internazionale in Egitto sull'Iraq. Si parla di ricostruzione e stabilità, fra Paei vicini, l'Onu e i membri del G8.
di Redazione
Si apre questa mattina il secondo appuntamento della due giorni egiziana dedicata all’Iraq. La conferenza internazionale di oggi ha un carattere marcatamente piu’ politico rispetto a quello della riunione di ieri, dedicata alla ricostruzione. I temi chiave sul tavolo di Sharm el Sheikh saranno la sicurezza del paese, la lotta al terrorismo, la gestione delle risorse naturali – prima tra tutte il petrolio – e il problema dei rifugiati. Seguito naturale di quella organizzata a Baghdad lo scorso 10 marzo, la conferenza odierna vedra’ coinvolti in particolare i paesi vicini (Iran, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Siria e Turchia), ma anche l’Egitto e il Bahrein, le Nazioni Unite, l’Unione europea, l’Organizzazione per la conferenza islamica, i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) e gli altri membri del G8 (Germania, Italia, Giappone e Canada). Benche’ l’obiettivo della conferenza sia la stabilizzazione dell’Iraq, e’ facile immaginare che ognuno degli stati vicini, tutti a vario titolo coinvolti nelle questioni interne del paese, proveranno a mettere sul tavolo gli elementi della propria agenda nazionale che contribuiscono a rendere tesi i rapporti con Baghdad.
”Ognuno di voi ha un ruolo decisivo nella stabilizzazione della situazione in Iraq”: e’ questo il monito rivolto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon alle delegazioni presenti a Sharm el Sheikh, secondo quanto riferisce oggi l’Adnk. ”L’incontro di oggi rientra nei nostri sforzi per il futuro del paese – ha proseguito -. Tutti avete un ruolo nel promuovere la stabilita’ ed evitare che l’instabilita’ esploda in altre regioni”. Ban ha poi ricordato le principali sfide con cui si confronta il paese. Tra tutte quella dei rifugiati, ”che attraversano il confine iracheno e cercano rifugio soprattutto in Siria e Giordania” e quello dei ”milioni di cittadini che subiscono le minacce del terrorismo”. Per il Segretario Generale dell’Onu e’ quindi necessario ”ridurre gli scontri settari” e ”affrontare presto la questione della riconciliazione nazionale in parlamento”. L’impegno internazionale, per Ban, deve concentrarsi sugli impegni presi ”il 10 marzo, quando abbiamo dato vita a tre gruppi di lavoro rispettivamente per la sicurezza, i rifugiati e la distribuzione delle risorse. Queste iniziative siano rese oggi strumenti di consultazione e implementazione degli impegni di ognuno”, ha auspicato.
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.