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Algeri: gli algerini al voto nell’indifferenza

In un clima di fine regno, 18 milioni di elettori sono chiamati a eleggere il nuovo parlamento. Rafforzate le misure di sicurezza contro eventuali attentati

di Redazione

Si vota in Algeria, dove 18 milioni di elettori sono chiamati a scegliere i 389 deputati che formeranno il prossimo parlamento, l’Assemblea Popolare Nazionale. Alla sfiducia degli elettori – che fa temere un alto tasso di astensionismo (nel 2002 era del 57%) – si accompagna la paura degli attentati, un mese dopo che gli stessi uffici del governo sono stati obiettivo di attacchi costati la vita a una trentina di persone e rivendicati dalla branca nordafricana di al Qaeda.

Per gli algerini si tratta della terza consultazione pluripartitica dal 1997, dopo che nel 1992 l’inattesa, clamorosa vittoria degli integralisti islamici del Fronte Islamico di Salvezza spinse l’esercito ad annullare le elezioni e precipito’ il Paese in una sanguinosa guerra civile. Per il governo, la consultazione sara’ un’altra tappa nel cammino verso una democrazia pluralista, ma l’opposizione avanza molti dubbi sulla trasparenza del voto. E nonostante il presidente Abdelaziz Bouteflika abbia assicurato che l’amministrazione non interferira’ nel voto, l’opposizione non si sente tranquilla e il principale partito, il Fronte delle Forze Socialiste (Ffs), storica formazione con base in Cabilia guidato da Hocin Ait-Ahmety, ha deciso di boicottare le elezioni: i socialisti hanno detto di non voler rendersi complici del futuro Parlamento che “non sara’ altro che un semplice strumento al servizio del potere politico”; sostengono che i risultati “saranno noti in anticipo” e che la composizione della prossima Assemblea non sara’ differente dell’uscente, dominata dai tre partiti che formano l’attuale coalizione governativa.

Il Fronte di Liberazione Nazionale e’ il principale partito al potere, il cui leader, Abdelaziz Beljadem, e’ l’attuale capo dell’esecutivo. Le alte due formazioni della coalizione sono il Raggruppamento Nazionale Democratico (Rnd) dell’ex premier Ahmed Uyahia, e il Movimento per la Societa’ della Pace di Buguerra Soltani. Si prevede che la partecipazione al voto non superera’ il 40 per cento.

Ma ciò che più preoccupa gli algerini sono una sfiducia dichiarata nel loro futuro: disoccupazione, povertà, terrorismo, penuria degli alloggi sono i sintomi principali di un paese che offre due volti: quello di uno Stato arrichitosi a dismisura grazie ai cospicui introiti ricavati dal petrolio e dal gas naturale; e poi il popolo, la cui sensazione più diffusa è quella di essere abbandonata dal potere.

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