Famiglia

Cannes: un aborto chocca il Festival

Il regista rumeno Cristian Mungiu presenta "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni"

di Redazione

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni è il tempo di gestazione di Gabita. Gabita è una ragazza rumena, che in una stanza di albergo fa un aborto clandestino con l’aiuto di Monsieur Bebè. La storia è narrata da Cristian Mungiu, classe 1968, regista rumeno. Che dice: “Questa storia nazsce da un ricordo privato. Quando avevo 20 anni, qualcosa di simile avvenne a una persona molto vicina a me”.
Mungiu indugia sull’alcol, la cannula, l’intevento non si vede ma poi la telecamera indugia sul feto abbandonato sul pavimento del bagno, mentre l’uomo dice a Ottilia, l’amica di Gabita: “Non buttralo nel gabinetto, perché l’ostruirebbe”.
In Romania l’aborto era stato priobito da Ceasescu nel 1966, con l’obiettivo dell’incremento demografico. “Ma le donne cominciarono a ribellarsi a qualle maternità coatte e gli aborti clandestini dilagarono. Chi se lo poteva permettere ricorreva a medici compiacenti, chi non aveva mezzi finiva nelle mani dei praticoni. Si calcola siano 500mila le donne morte in quel modo durante gli anni di Ceasescu”.
In tempi odierni, un film così suona come una presa di posizione. Ma Mungiu nega: ?Intanto non sono cattolico, ma ortodosso. Quello che pongo non è un problema religioso ma una riflessione morale. Su scelte difficili che è giusto vengano compiute in piena libertà, ma anche con piena consapevolezza delle loro conseguenze. L’aborto viene spesso presentato come un’astrazione, ma un feto non è solo un mucchio di cellule. Ho voluto mostrarlo perché la gente veda quello che è”.

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