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Kaka: la mia partita contro la fame nel mondo

Il grande campione del Milan e della nazionale brasiliana dedica la partita di champions league alla lotta contro la fame nel mondo

di Redazione

Kaka, considerato uno dei migliori calciatori del mondo, ha dedicato la sua partecipazione alla finale di Champions League, alla causa dei bambini affamati. Kaka, attaccante mezzocampista per il Milan e il Brasile unisce questo impegno agonistico con quello di ambasciatore contro la Fame del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam).

Quando, domani sera allo Stadio Olimpico di Atene, scenderà in campo con la maglia del Milan contro il Liverpool, la sua mente sarà occupata da due soli pensieri: «E? ovvio, mercoledi sera tutti noi del Milan cercheremo di vincere la coppa di Champions League» ha detto Kaka. «Ma, personalmente, voglio dedicare la mia presenza a questa finale di Atene alla causa dei bambini affamati».

Kaka, il più giovane Ambasciatore contro la Fame del Pam, ha usato la sua notorietà internazionale di sportivo per richiamare l?attenzione sulla necessità di combattere la fame nel mondo. «Noi giocatori professionisti siamo privilegiati», ha detto Kaka alla vigilia dell?incontro di Atene. «Ci capita di poter aiutare gli altri in virtù di ciò che siamo e di ciò che facciamo. Voglio utilizzare il mio ruolo di ambasciatore contro la Fame del Pam per coinvolgere più persone nella sfida per sfamare centinaia di milioni di bambini affamati nei paesi più poveri del mondo».
«È formidabile avere con noi il miglior giocatore del mondo nello sport più amato al mondo», ha detto il direttore esecutivo del Pam Josette Sheeran. «Kaka ha dimostrato di saper unire le capacità e la dedizione necessarie per essere in vetta alle classifiche con l?impegno per una causa umanitaria di grande valore».

La decisione di Kaka di dedicare questa finale di Champions League alla causa umanitaria segue un?analoga decisione presa dal maratoneta, campione mondiale, Paul Tergat (anch?egli ambasciatore contro la Fame del Pam – in occasione della sua partecipazione alla maratona di Londra del 2007.


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