Famiglia

Marocco: riaperto la sede dell’Acnur a rabat dopo sit-in di rifugiati

Una ventina di rifugiati congolesi protestavano per un'assistenza finanziaria da parte dell'Acnur

di Redazione

È stato riaperto l’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Marocco dopo che nella tarda serata di giovedì è stata pacificamente dispersa da parte delle forze di polizia marocchine una manifestazione di circa 20 rifugiati di fronte alla sede dell’Agenzia. Il coordinamento delle agenzie delle Nazioni Unite in Marocco ha richiesto questo intervento pacifico dopo il fallimento di numerosi negoziati volti a porre fine al sit-in dei dimostranti. La manifestazione * preceduta da un episodio di violenza all’interno dell’ufficio dell’UNHCR * aveva costretto l’Agenzia a chiudere temporaneamente il proprio ufficio, sospendendo tutte le attività di protezione e assistenza dell’UNHCR in favore dei rifugiati in Marocco.

Venerdì 18 maggio alcuni rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo hanno fatto ingresso in maniera violenta nell’ufficio dell’UNHCR a Rabat, ferendo due guardie della sicurezza. In seguito i rifugiati hanno organizzato un sit-in di fronte all’ufficio dell’Agenzia, rivendicando il diritto di tutti i rifugiati in Marocco a una regolare assistenza finanziaria mensile da parte dell’UNHCR e affermando che lo status incerto di rifugiati non permette loro di vivere in condizioni dignitose in Marocco. Nel corso del sit-in questi primi rifugiati sono stati raggiunti di tanto in tanto da un’altra trentina di rifugiati.

Durante lo scorso fine settimana, il personale dell’UNHCR in Marocco ha ribadito costantemente ai rifugiati che l’Agenzia era pronta a mantenere e sviluppare ulteriormente il dialogo con la comunità di rifugiati a proposito delle loro preoccupazioni e delle loro lamentele (incluse quelle presentate dal gruppo) e che era disposta ad aiutarli a trovare soluzioni migliori per la loro condizione non appena la situazione di fronte all’ufficio fosse ritornata alla normalità. L’UNHCR ha anche sottolineato che il ricorso alla violenza è inaccettabile e che i rifugiati * così come gli altri cittadini * sono tenuti a rispettare le leggi nazionali e l’ordine pubblico. Lo scorso mercoledì, nel corso di un incontro della durata di tre ore con i rappresentanti del gruppo, l’UNHCR ha presentato una serie di proposte nel tentativo di sbloccare la situazione e di dare risposta alle loro lamentele. I dimostranti hanno categoricamente rifiutato qualunque forma di cooperazione e hanno abbandonato l’incontro affermando che non avrebbero posto fine al sit-in.

I rifugiati in Marocco vivono in condizioni precarie dal momento che non sono formalmente riconosciuti dalle autorità e non hanno alcun permesso di residenza temporaneo. Di conseguenza, non hanno accesso formale al mercato del lavoro o ai servizi di base.

L’ufficio dell’UNHCR a Rabat, tuttavia, attraverso il dialogo con le autorità e in cooperazione con un numero crescente di organizzazioni locali, sta aiutando i rifugiati a ottenere uno status legale maggiormente garantito ed a migliorare la loro situazione socioeconomica, puntando in particolar modo sull’autosussistenza. Un certo numero di rifugiati trae beneficio da corsi di formazione professionali, micro-progetti ed altre attività generatrici di reddito. I bambini rifugiati hanno ora il diritto di iscriversi nelle scuole pubbliche e l’accesso alle cure mediche è garantito ai rifugiati attraverso organizzazioni del settore sanitario pubblico.

L’ufficio dell’UNHCR a Rabat ha regolarmente informato i rifugiati di non possedere mezzi economici propri per fornire assistenza finanziaria individuale illimitata.

L’ufficio dell’UNHCR a Rabat ha provveduto alla registrazione circa 600 rifugiati e mille richiedenti asilo provenienti in prevalenza dalla Repubblica Democratica del Congo, dalla Costa d’Avorio, dall’Iraq, dalla Sierra Leone e dalla Liberia.

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