Mondo

Congo: foreste pluviali minacciate dall’ industria

Le Ong lanciano l'allarme

di Redazione

Le foreste pluviali della Repubblica democratica del Congo rischiano il disboscamento a causa dello sfruttamento internazionale. L’organizzazione ambientalista Greenpeace e l’Associazione per i popoli minacciati (GfbV) lanciano l’allarme chiamando in causa anche la Svizzera e chiedono il prolungamento della moratoria nella concessione di nuove licenze per la deforestazione. Oggi le foreste nell’ex Zaire – per dimensioni le piu’ vaste del pianeta dopo quelle dell’Amazzonia – in gran parte sono ancora intatte, ha dichiarato in una conferenza stampa svoltasi a Zurigo il direttore della GfbV Christoph Wiedmer. Il pericolo tuttavia incombe a causa dell’industria internazionale del legno: prima si costruiscono strade, in seguito si tagliano alberi di valore inestimabile.

Quel che resta sono paesaggi distrutti e popolazioni – soprattutto indigene – sfruttate, discriminate e povere, hanno sottolineato Rene’ Ngongo Mateso e Prosper Nobirabo, attivisti impegnati nella difesa degli abitanti del posto. Per questo motivo Greenpeace e la GfbV sostengono le rivendicazioni di parecchi gruppi locali e chiedono alla Banca mondiale e ai paesi donatori, tra cui la Svizzera, di appoggiare anche in futuro la moratoria riguardante le nuove licenze per il taglio di alberi. La moratoria dovrebbe essere mantenuta fintanto che non siano stati sviluppati in modo participativo un piano di sfruttamento territorale e strutture di controllo. Inoltre le due organizzazioni invitano le imprese elvetiche a utilizzare soltanto legna certificata FSC (Forest Stewardship Council), ossia proveniente da una gestione sostenibile e rispettosa sia dell’ambiente, sia dell’uomo.

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