Mondo
Kenya: attentato suicida a Nairobi
Kamikaze si fa saltare nel centro della capitale keniota. Bilancio provvisorio: un morto e 35 feriti
di Redazione
Almeno un morto e 35 feriti il bilancio provvisorio di un attentato compiuto questa mattina nel centro di Nairobi. Le notizie sono ancora frammentarie, perche’ tutta la zona e’ stata transennata. Secondo alcune fonti si e’ trattato di un attentato suicida; altre parlano di un ordigno nascosto in un cestino della spazzatura. “E’ stata un’azione insolita per Nairobi”, ha detto un ufficiale di polizia. Secondo la tv locale KTN, un uomo con una granata e’ stato ucciso mentre tentava di salire a bordo di un autobus. Il dottor Morino, direttore medico dell’organizzazione umanitaria ‘World Friends’, contattoto dall’Agi, ha detto di avere avuto notizie di 5-6 morti e decine di feriti, e ha precisato che la sua struttura e’ stata posta in stato di allerta. Il dottor Morino ha aggiunto anche di avere appreso che l’obiettivo dell’attentato era l’Hotel Ambassador. L’azione potrebbe essere legata all’attivita’ di una banda criminale, chiamata Mungiki, che nelle ultime settimane e’ stata al centro di operazioni della polizia. Si muovono, pero’, anche gli investigatori dell’antiterrorismo. In Kenya si sarebbero rifugiati numerosi elementi di quel che rimane delle Corti islamiche, sconfitte nella vicina Somalia dall’esercito etiopico. Nella seconda meta’ degli anni Novanta, inoltre, l’Africa orientale rientrava negli interessi della rete di Osama bin Laden: nell’agosto del 1998 due attentati quasi simultanei colpirono le ambasciate americane in Kenya e in Tanzania. Il bilancio fu di 224 morti e circa 5.000 feriti. Un altro attentato aveva colpito un struttura turistica di proprieta’ di un israeliano a Mombasa: era il 1992, quindici furono i morti.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.