Famiglia
Over 65, il 33% vittima di cadute in casa
Presentato a Roma un documento dell'Iss con obiettivo la prevenzione del fenomeno
di Redazione
Ogni anno un terzo degli ultra 65enni italiani deve fare i conti con le cadute, soprattutto in casa. Con gravi conseguenze di tipo traumatico, sia in termini di disabilita’ fisica che psichica. A fare il punto sul problema e’ l’Istituto superiore di sanita’ (Iss) che ha presentato oggi a Roma il documento ‘Prevenzioni delle cadute da incidenti domestici’. Ma le cadute rappresentano un problema anche fuori dai confini della penisola: secondo i dati raccolti dal Sistema comunitario di sorveglianza degli incidenti domestici e del tempo libero (Ehlass), tra il 1998 e il 2000 in Europa quasi 20 milioni di persone sono state vittime di incidenti domestici, con oltre 5 milioni di ricoverati e 56 mila morti. L’ Istat – ricorda l’Iss – stima che in Italia nel 1998 gli incidenti domestici abbiano interessato 3.480.000 persone, stime confermate per gli anni a seguire. E la prima causa di incidente domestico e’ rappresentata proprio dalle cadute, che sono al primo posto come causa di ricovero e decesso in questi casi. A preoccupare non sono solo le conseguenze fisiche della caduta – spiega l’Iss, ma anche le ripercussioni psicologiche come la paura di cadere di nuovo, “che possono accelerare il declino funzionale e generare depressione e isolamento sociale”. In piu’, i traumi da caduta hanno anche un costo in termini economici: secondo dati del Sindaca, (Sistema informativo nazionale sugli infortuni in ambienti di civile abitazione dell’Iss) in Italia il costo unitario per ricovero da incidente domestico, la cui causa prevalente e’ la caduta, e’ di circa 3.000 euro. Una riduzione del 20% delle cadute consentirebbe circa 27.000 ricoveri in meno su base annua. Alla luce di queste premesse, ministero della Salute – direzione generale della prevenzione sanitaria – e Iss hanno siglato il 18 gennaio 2005 un accordo per la stesura di una linea guida sugli incidenti domestici, presentata oggi.
Il testo e’ stato illustrato oggi all’Iss in occasione della presentazione del nuovo sistema nazionale Linee guida, frutto di una convenzione tra ministero della Salute e Iss. Il documento ha lo scopo di illustrare le prove scientifiche disponibili in letteratura sui fattori di rischio della caduta negli anziani e sugli interventi efficaci per individuare i soggetti a rischio. Al gruppo multidisciplinare coinvolto nella produzione del documento hanno partecipato diverse figure professionali, tra cui anche un architetto progettista, un esperto di domotica, e un vigile del fuoco. Il documento e’ destinato agli operatori sanitari che si occupano di persone anziane a rischio caduta. “I fattori che aumentano il rischio di cadere per gli anziani sono legati soprattutto a precedenti cadute. Anche la paura di cadere – spiegano gli esperti riuniti a Roma – gioca un ruolo determinante, cosi’ come l’assunzione di specifiche classi di farmaci, l’alterazione della vista, i disturbi motori, i rischi domestici, l’isolamento sociale e le difficolta’ finanziarie. Ma anche il modo in cui e’ strutturata l’abitazione puo’ essere un fattore di rischio. Una casa non sicura puo’ aumentare del 50% il rischio di cadere. Pertanto visite domiciliari e valutazione della struttura e degli impianti dell’abitazione rientrano nell’ambito degli interventi mirati”, stabiliscono le linee guida. Utili, anche “spie antincendio, strisce antiscivolo, maniglioni e la valutazione di rischi domiciliari cosi’ da modificare l’ambiente”. Tra gli interventi pratici e semplici suggeriti, la “riduzione di ingombro vicino al letto, luce vicino al letto, letti bassi e frenati, migliore illuminazione, riduzione dei riflessi sul pavimento, calzature antiscivolo, sbarre per aggrapparsi in bagno”. Le raccomandazioni elaborate nella linea guida saranno sottoposte a un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti. In sintesi, conclude l’Iss, si puo’ ridurre l’incidenza di cadute con i seguenti interventi mirati sulle persone anziane: “Attenta valutazione clinica; revisione di terapie psicotrope; esercizio fisico per migliorare forza ed equilibrio; interventi di sicurezza per ridurre il rischio domestico; informazione e counselling; supporto sociale; inserimento del paziente in programmi di prevenzione e/o riabilitazione”. Il documento sara’ ora inviato agli assessorati alla sanita’ di Regioni, Province autonome, Asl, ospedali. E verra’ distribuito anche ai medici, oltre che pubblicato sui siti internet e riviste scientifiche.
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