Mondo
Kosovo, missione di D’Alema
Si cerca una via d'uscita all'empasse sulla questione dello status finale della provincia
di Redazione
Massimo D’Alema oggi sara’ in Kosovo – al ‘Villaggio Italia’ a Pec ed a Pristina dove incontrera’ i leader kosovari- per poi volare in serata a Belgrado, per una missione molto delicata in un momento in cui le diplomazie occidentali cercano di trovare una via di uscita all’empasse sulla questione dello status finale della provincia che dal 1999 e’ de facto un protettorato dell’Onu. Una via d’uscita, ha avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi il titolare della Farnesina, che si puo’ trovare solo con una “soluzione condivisa” tra le parti, in particolare per gli aspetti legati al rispetto del carattere multietnico del Kosovo ed alla tutela dei luoghi sacri, non svicolando dallo scenario delineato dalla proposta dell’inviato speciale Martti Ahtisaari. E senza cadere nella tentazione di ‘forzature unilaterali’. La tappa a Pec sara’ l’occasione per il vice premier e ministro degli Esteri di salutare – a due giorni dall’ottavo anniversario del dispiegamento della missione della Kfor, il 12 giugno del 1999 – il contingente italiano nella principale base italiana nella provincia. Mentre la visita del ministro degli Esteri a Belgrado – dove domani incontrera’ il presidente Boris Tadic, il premier Vojislav Kostunica ed il ministro degli Esteri Vuk Jeremic – arriva all’indomani della ripresa ufficiale dei negoziati per la conclusione di un Accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) tra l’Unione europea e la Serbia.
Una ripresa che, aveva avuto modo di sottolineare la Farnesina nei giorni scorsi, segna “il prevalere della linea che l’Italia da tempo auspicava e che lo stesso ministro D’Alema ha promosso con impegno continuativo in sede di Consiglio dell’Unione”. Ma mentre da Bruxelles il vice premier Bozidar Djelic affermava che la Serbia “ha come obiettivo di ottenere lo status di paese candidato sotto la presidenza francese dell’Ue”, cioe’ nel secondo semestre del 2008, da Belgrado il premier Kostunica, rallegrandosi per la ripresa dei negoziati dell’Asa, ribadiva comunque che la Serbia non accettera’ nessuno scambio tra il processo di adesione Ue e la rinuncia al Kosovo. “La ripresa odierna dei negoziati Asa – ha detto il premier serbo – offre una buona opportunita’ per l’Unione Europea di mostrare chiaramente che considera la Serbia un partner, cosa che significa che rispetta pienamente la sovranita’ e l’integrita’ territoriale della Serbia”. Una situazione che rischia di diventare un rompicapo, insomma, per le diplomazie europee, soprattutto per riuscire a trovare quella “soluzione condivisa dalla parti sul futuro del Kosovo”, di cui ha ribadito la necessita’ D’Alema dopo l’incontro con Ahtisaari, l’inviato speciale dell’Onu che lo scorso aprile ha presentato al Consiglio di Sicurezza la sua proposta per un’indipendenza tutelata della provincia, la cui popolazione al 90 per cento e’ di etnia albanese. Una proposta cui l’Italia rinnova il suo appoggio e che rimane, per Roma, l’unico piano sul tavolo. “Per il Kosovo non esiste nessun piano al di la’ di quello previsto dal negoziatore Ahtisaari” ha detto D’Alema in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi alla televisione albanese ‘News24’, mettendo in guardia da ogni tentazione di riconoscimento unilaterale. “Prima di lanciarsi con entusiasmo volontaristico verso piani B sul Kosovo – ha detto D’Alema – verso forzature unilaterali e verso scenari che sarebbero inevitabilmente conflittuali io credo che convenga continuare a lavorare per una ricerca del consenso”.
Anche Ahtisaari, intervenuto a Roma alle commissioni Esteri di Camera e Senato, ha espresso la speranza che “si evitino soluzioni unilaterali”, ridimensionando la portata delle parole pronunciate da George Bush a Tirana, che sono state lette – da Pristina con uno spirito, ma anche da Belgrado e Mosca con spirito opposto – come implicito avvallo ad una dichiarazione unilaterale di indipendenza in caso che la Russia insista a minacciare il veto contro una risoluzione sulla proposta Ahtisaari. Mosca ha dichiarato “inaccettabili” i colloqui sul Kosovo svolti ieri a Parigi dai paesi del cosiddetto “Quint”, il gruppo di contatto cui partecipano la Germania, la Gran Bretagna, l’Italia, gli Stati Uniti e la Francia. “Discussioni private che portano a pensare che si stiano preparando scenari unilaterali per l’indipendenza del Kosovo” ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri russo, lamentando il fatto di non essere “stati invitati all’incontro”. Per l’ex presidente finlandese, Bush ha voluto cercare di “calmare la situazione a Pristina, perche’ dopo il G8 la preoccupazione era forte che le cose potessero andare fuori controllo”. Quello di Ahtisaari e’ stato comunque un grido di allarme sulla necessita’ di procedere con urgenza alla realizzazione dell'”unica alternativa possibile, cioe’ l’indipendenza sotto tutela internazionale”, che il 90 per cento della popolazione del Kosovo attende, se non si vuole rischiare “una nuova esplosione di violenza” che avrebbe pericolosissimi effetti destabilizzanti in tutta la regione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.