Cultura
UniRai: “Apriamo un laboratorio di inchieste sociali in Rai”
La proposta dei dipendenti interni e precari dell'area editoriale
di Redazione
Nel giorno in cui a Cannes il direttore generale Cappon presenta i programmi futuri della Rai, ci augureremmo che riaffermasse anche i doveri del ‘Servizio pubblico’ radiotelevisivo italiano. Da anni infatti la ‘nostra’ azienda si e’ quasi del tutto dimenticata questa missione. Ecco allora una nostra proposta al dg e a chi ha a cuore le sorti della piu’ grande e importante impresa editoriale italiana: un laboratorio stabile di inchiesta e reportage sociale, interno alla Rai”. Lo chiede l’UniRai (dipendenti interni e precari dell’area editoriale: autori, registi, giornalisti e produttori esecutivi), indirizzandosi, in una nota, al direttore generale della Rai, Claudio Cappon. “Una realta’ produttiva – prosegue l’UniRai – che possa interagire con messe in onda mirate (e sulle diverse reti) con le esigenze dei progetti editoriali dei vari direttori. Per raccontare cio’ che quasi mai viene mostrato sulla sanita’, sulle mafie, sugli incidenti del lavoro, sui nostri anziani e sui nostri giovani. Vogliamo sperare che il direttore generale dopo la coraggiosa presa di posizione di qualche giorno fa contro la censura preventiva, vinta in questo caso con la messa in onda del documento della Bbc sui preti pedofili, voglia accogliere positivamente la nostra idea e iniziare a lavorarci sopra. Perche’ -conclude la nota dell’UniRai – il ‘Servizio pubblico’ della Rai non deve morire cosi’ indignitosamente”.
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