Welfare
La Cisl scrive ai pensionati
Lettera aperta del segretario Cisl-Fnp sulla vertenza sindacale per le pensioni
di Redazione
Accordo sulla vertenza pensionati
LETTERA APERTA A 17 MILIONI DI EX-LAVORATORI
(di Antonio Uda, segretario Cisl-Fnp)
La data del 10 luglio 2007, care amiche ed amici pensionati, soci della Fnp-Cisl, possiamo davvero scriverla a lettere luminose nella lunga vicenda della nostra categoria. Grazie a voi che avete creduto, insieme a noi, nella possibilità di farcela. Grazie al coraggio e alla generosità con cui siete scesi tante volte protagonisti della protesta nelle piazze e nelle strade delle vostre città. Che vi siete sacrificati a venire nella capitale per far sentire non solo la voce di chi poteva essere presente e attivo alle manifestazioni nazionali ma anche di tutti i 17 milioni di uomini e donne che non hanno potuto partecipare: non per mancanza di passione sociale ma per gli ostacoli dell?età e della salute malferma.
Sono passati 15 anni dal 1992. E sono stati anni di vuoto, nei quali alla categoria dei pensionati è stato misconosciuto e negato il diritto a contrattare le sue proprie condizioni di sopravvivenza economica e sociale. Un diritto senza il quale si è, di fatto, cittadini di ?serie B?.
Sono stati anni nei quali il corporativismo e l?egoismo dei ceti più forti ha potuto appropriarsi di quote di reddito letteralmente sottratte ai più deboli (basta pensare agli aumenti incontrollati e arbitrari di prezzi, tariffe e prestazioni essenziali). E ciò mentre noi eravamo bloccati, fermi al palo del misero recupero annuale di 10 euro di inflazione ufficiale. Quando andava bene!
Allora, è finito il purgatorio? Siamo arrivati in paradiso? Non dobbiamo fare propaganda demagogica tra noi, care amiche ed amici. Difatti è stato compiuto solo il primo passo di un cammino di recupero della nostra dignità contrattuale di ex-lavoratrici e lavoratori. Ma adesso la strada è chiara. E soprattutto il percorso in avanti è stato riconosciuto legittimo da parte del governo. Ne diamo atto in primo luogo al ministro Cesare Damiano che ha creduto, assieme a noi del sindacalismo unitario dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, nella necessità e giustezza di dover giungere comunque ad un traguardo concordato. E non è stato facile neppure per il ministro che si è dovuto scontrare con scetticismi, resistenze e opposizioni provenienti dall?interno della stessa coalizione di maggioranza. Sono stati davvero 2-3 mesi difficili di negoziati ufficiali e informali, di alti e bassi. Ma adesso è fatta.
Diamo parola ai numeri
Che cosa è fatto? Andiamo al concreto dei numeri. Saranno incrementate già da quest?anno le pensioni: tutte le pensioni in prospettiva; ma a cominciare dalle pensioni basse a monte delle quali è stato accumulato negli anni di lavoro il versamento sul salario dei contributi previdenziali. Non un elemosina, dunque, ma il riconoscimento di uno scambio basato su un contratto sociale garantito dalle leggi.
Ma precisiamo ora, in dettaglio i punti che qui di seguito sintetizziamo.
1. Potenziamento del sistema di rivalutazione annuale all?inflazione (quella di gennaio, per intendersi) delle pensioni previdenziali per le fasce comprese da tre volte e fino a cinque volte il minimo dall?attuale 90% al 100% della variazione dei prezzi. Tale modifica, agendo sugli scaglioni di pensione a prescindere dalla pensione complessiva, estende i benefici anche sulle fasce delle pensioni più alte. Ne beneficeranno circa 2.700.000 amiche e amici.
2. Incremento delle maggiorazioni sociali per soggetti con pensioni assistenziali (pensioni e assegni sociali, invalidi civili, ciechi e sordomuti) al fine di assicurare un reddito individuale mensile complessivo pari a 580 euro mensili dal 1° gennaio 2008. Ne beneficeranno circa 300.000, persone.
3. Introduzione a decorrere dal 2008 di una nuova somma aggiuntiva per i pensionati previdenziali. La cosa vale per coloro che non possiedano redditi complessivi superiori a una volta e mezzo il trattamento minimo e cioè (8.504,73 euro annui per l?anno 2007). La somma viene così articolata:
Lav. dipendenti | Lav. autonomi | Somma annua aggiuntiva 2007 | Somma annua aggiuntiva 2008 |
Anni contribuzione | Anni contribuzione | ||
Fino a 15 | Fino a 18 | 259 | 333 |
Sopra 15 fino a 25 | Sopra 18 fino a 28 | 324 | 420 |
Oltre 25 | Oltre 28 | 388 | 503 |
Di queste somme aggiuntive beneficeranno circa 3.100.000 ex-lavoratrici e lavoratori
4. Anche nel 2007 verranno dunque erogati 900 mln di euro con gli stessi criteri della somma aggiuntiva di cui al punto precedente.
Perché è stata una vittoria strategica
I soci che ci leggono sanno che è sempre complicato comunicare e informare in maniera generale e complessiva. Le situazioni personali sono varie e dunque non saranno le nostre spiegazioni a poter sostituire il contatto diretto di ognuno degli amici e delle amiche con i dirigenti e gli attivisti che in assemblee pubbliche e singolarmente, saranno a loro disposizione. Qualcosa in più, tuttavia, possiamo aggiungerla.
Per esempio: gli aumenti saranno pagati in una volta sola, in estate. E dunque si tratterà di una specie di 14° mensilità. Importante: le somme aggiuntive di aumento sono al netto e ciò significa che gli importi non saranno assoggettati a imposte e prelievi né statali, né regionali e comunali. Stavolta non funzionerà il giochetto infame del ?ti do con la sinistra e ti tolgo con la destra?. E qui saremo vigili e attenti.
Altro giochetto crudele che non funzionerà più è quello della soglia-tagliola. Sapete bene cosa intendiamo: poiché gli aumenti sono dati fino a una certa soglia di reddito (654 euro al mese: quanto è adesso l?importo di 1,5 volte il minimo) accadeva che chi ?godeva? di un euro in più (655) veniva superato ingiustamente da chi era dietro di lui. Ci sarà perciò un meccanismo graduato di tutela reddituale; una norma di salvaguardia, dunque.
Ancora: ci siamo battuti fino all?ultimo perché anche il governo Prodi voleva avvalersi di una norma ingiusta introdotta dal governo Berlusconi. Si voleva cioè ribadire la soglia dei 70 anni per avere gli aumenti. Abbiamo invece spuntato quota 64 per uomini e donne.
Non abbiamo poi dimenticato gli emigrati italiani nel mondo. Nel senso che anch?essi beneficeranno degli aumenti, purtroppo solo per la quota degli anni di contributi versati in Italia: non possiamo certo costringere gli stati esteri a recepire le nostre leggi! Non abbiamo dimenticato le pensioni dei superstiti (spesso donne che non hanno altre fonti di reddito): saranno tutelate anche esse. Mentre per chi ha pure una pensione diretta, oltre la reversibilità, l?aumento scatterà solo sulla prima.
Altro particolare: ricordate, amici, gli stanziamenti propagandistici della passata legislatura? Le norme erano così intricate che i soldi ?avanzavano?. Questa beffa non sarà più possibile. Se i calcoli fatti dai ragionieri dello Stato si riveleranno all?atto pratico sbagliati per eccesso, il surplus sarà distribuito con criteri negoziati tra il sindacato e i ministri competenti (lavoro ed economia).
Per riassumere. I beneficiari di questa tornata saranno 3.250.000 di cui 300 mila pensioni assistenziali con un incremento medio pari a circa 12 euro mensili; 2 milioni e 950 mila pensioni previdenziali con pensioni fino a circa 700 euro mensili (il milione e mezzo che una volta ci faceva vivere se non da benestanti, almeno decentemente) con un incremento pari a circa 30 euro/mese.
Non dimentichiamo i non-autosufficienti
Resta aperta ancora, su un altro piano, la ferita dolorosa dei non-autosufficienti. Non li abbiamo dimenticati. Ma lì il confronto non è solo verso il governo (per ciò che riguarda le risorse) ma anche col Parlamento che deve approvare rapidamente la legge di iniziativa popolare che tanti di voi hanno firmato). I presidenti Bertinotti e Marini ce l?hanno promesso. E sappiamo che la loro parola vale come obbligo.
Qualche ultima cosa. Consentiteci l?orgoglio di un lavoro ben fatto e comunque al meglio di ciò che abbiamo potuto, grazie al mandato di fiducia sindacale che ci avete concesso. Negli anni venturi, di questi tempi e comunque prima del varo delle leggi finanziarie e di bilancio, staremo a contrattare con i governi (di destra, centro, sinistra, di sopra e di sotto) in base alle norme dell?articolo 11 del decreto legislativo 503 del 1992: quello per capirci che non è stato mai finora rispettato. E? un grande successo strategico che mette di nuovo finalmente il nostro destino nelle nostre mani e nella nostra capacità di pressione sociale e culturale. E anche qui, attenti amici, quando parliamo di ?cultura? non è per vezzo. E? che da lì passa la percezione per la collettività, dell?apporto che continuiamo a dare non solo perché paghiamo le tasse e badiamo ai pupi ma anche perché continuiamo a costruire la ricchezza nazionale (il cosiddetto pil).
Dobbiamo però procedere insieme, non solo noi della nostra generazione. Per vincere tutti, in nome della giustizia sociale, dobbiamo ritessere giorno per giorno una Santa Alleanza con gli altri due soggetti sociali deboli: giovani (ci riferiamo a precari, disoccupati, meridionali ricostretti all?emigrazione) e donne (ci riferiamo non alle classi dirigenti interessate soltanto alle ?quote rosa? ma alle donne sole, sottopagate, magari con figli piccoli?).
Ma di questo, in seguito, Per adesso, Buona Estate!
Antonio Uda
(segretario Cisl pensionati)
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