Famiglia

Minori: il bullismo colpisce il 40% dei ragazzi

Lo ha detto il professor Bennett L. Leventhal al congresso Escap in corso a Firenze

di Redazione

“In specifici ambienti urbani il bullismo assume dimensioni rilevanti e coinvolge il 40-50% dei ragazzi in eta’ scolare con la tendenza a devolvere, in ambienti comunitari quali quelli militari o carcerari, in gravi atti di violenza”. Lo ha detto il professor Bennett L. Leventhal, docente di psichiatria all’Universita’ dell’Illinois, intervenendo al XIII Congresso dell’Escap in corso a Firenze fino a domani. “Con il termine di bullismo – ha spiegato il prof. Leventhal – dobbiamo intendere una pletora di manifestazioni diverse, dall’uso di appellativi svalutanti, a comportamenti di esclusione sociale, ad intimidazioni e vessazioni, fino a veri e propri soprusi fisici. Il fenomeno in certi contesti risulta ancora arginato e colpisce il 9-10% degli studenti. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, tuttavia, i dati riportano una dimensione del fenomeno pari al 25% della popolazione e spesso le vittime stesse assumono in un secondo momento un atteggiamento attivo e diventano a loro volta esecutori di atti di bullismo”.

Secondo il professore Leventhal il bullismo e’ piu’ subdolo nelle ragazze che nei ragazzi ma e’ comunque diffuso in entrambi i sessi. “Prendere vittima ed esecutore e agire sulla loro relazione non serve – ha continuato Leventhal – l’intervento deve essere allargato alla comunita’ per poter essere efficace. Attraverso un livello di allerta sulle modalita’ relazionali patologiche la comunita’ deve impegnarsi nel disincentivare gli atteggiamenti impropri, educare le figure educative come insegnanti o allenatori sportivi a porre un’attenzione speciale nei confronti di questi atteggiamenti. Anche la famiglia ha un ruolo in questo processo e deve, per esempio proporre la risoluzione dei problemi mediante l’impiego di modalita’ non conflittuali. E’ stato calcolato anche il costo di un intervento preventivo, sarebbero sufficienti investimenti di 5-7 dollari per individuo per arginare un problema dilagante in continua crescita”. ”Per funzionare – ha concluso Bennett – l’atteggiamento politico nei confronti del fenomeno deve essere piu’ specificatamente orientato verso la prevenzione e l’educazione: l’azione e’ efficace se si parte dalla base, non dall’apice della societa’”

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