Famiglia

Badanti: 97 milioni alle Regioni per corsi di formazione

Raggiunto l'accordo tra governo e enti locali per la formazione delle badanti. 97 milioni di euro a progetti che sostengano le famiglie

di Redazione

L’italiano, prima di tutto. Ma anche nozioni di educazione civica e soprattutto conoscenze specifiche per poter assistere anziani e persone non autosufficienti. È il kit di competenze richiesto alle assistenti famigliari che il Ministero della famiglia ha previsto di assicurare alle famiglie secondo un’intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali approvata lo scorso 20 settembre, ma resa nota solo oggi.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito della sperimentazione di progetti di promozione e misure innovative a sostegno delle famiglie. Il Fondo ad esse destinato aggiunge 97 milioni di euro, per un anno, alle somme che già le Regioni, nella propria autonomia, stanziano o intendono stanziare per le stesse finalità.

In Italia sono circa un milione i lavoratori, nella stragrande maggioranza stranieri e principalmente donne, che si dedicano alla cura degli anziani e delle persone che necessitano di assistenza.

Una schiera massiccia di immigrati vede in questo impiego una buona soluzione lavorativa. E un grande numero di italiani percepisce e scopre nei migranti una buona risposta alle proprie esigenze di essere aiutati o assistiti in casa. Il meccanismo spesso si inceppa quando le due parti devono incontrarsi. L’idea del Ministero è anche quella di attivare progetti in grado quantomeno di ridurre questo problema, offrendo servizi che permettano l’incontro tra domanda e offerta, accompagnato da un’adeguata selezione.

Saranno gli enti locali a provvedere alla definizione e all’organizzazione dei percorsi formativi. Per le lavoratrici occupate la formazione prevede modalità flessibili, così da consentire di svolgere contemporaneamente l’attività lavorativa. Nei progetti devono essere individuati i criteri per la certificazione delle competenze acquisite. L’intesa prevede anche la promozione di azioni dedicate alla ricerca, alla selezione e alla prima formazione di persone straniere nei paesi d’origine.

I progetti sperimentali presentati dalle Regioni dovranno specificare tempi, modalità, copertura finanziaria, procedure per il monitoraggio dei risultati e iniziative in caso di inadempienze. L’attuazione dei progetti sarà preceduta dalla stipula di un accordo tra le singole Regioni e Province autonome ed il Dipartimento delle Politiche per la famiglia. La verifica sull’applicazione delle intese sarà affidata a un gruppo paritetico, che valuterà l’opportunità di erogare finanziamenti negli anni successivi al primo.

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