Cultura
Cnb: stabilire criteri per la morte degli embrioni congelati
È la richiesta del Cnb. Settimana scorsa, su Vita, la stessa richiesta è stata lanciata da monsignor Vincenzo Paglia
di Redazione
Il Comitato nazionale di bioetica, nella seduta odierna – la prima con i nuovi vicepresidenti – invita la comunità scientifica a definire con criteri scientifici la morte dell’embrione, così come si è fatto per gli uomini con la morte cerebrale. In questo modo si potrebbe consentire in quei casi la donazione degli embrioni alla ricerca.
Il documento, spiega il relatore e neovicepresidente Lorenzo D’Avack, “prende in considerazione il destino di quegli embrioni formati, a fini procreativi, con tecniche di fecondazione medicalmente assistita che, a seguito di un’analisi morfologica, presentano gravi anomalie irreversibili tali da ritenere non opportuno un loro impianto. E pertanto destinati a non essere portati alla nascita”.
Per il Cnb, la stessa esistenza di questi embrioni pone un problema bioetico, visto il potenziale utilizzo per la ricerca. Un uso che però ne determinerebbe la morte certa. Per questa ragione i componenti dell’organo della presidenza del Consiglio dei ministri hanno discusso la possibilità di arrivare alla definizione di “un criterio di accertamento di morte del’embrione che renda possibile la donazione di cellule embrionali alla ricerca, stabilendo una analogia con la donazione di organi ‘ex mortuo”, cioè da persona senza attività cerebrale. In quel caso, infatti “potrebbe dichiararsi eticamente lecita la donazione di blastomeri vivi da un embrione dichiarato morto”.
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