Mondo
Uganda: il perdono dell’Lra
Per la prima volta in vent'anni di guerra civile, i ribelli norduganesi chiedono perdono alle loro vittime per le atrocità perpetrate
di Redazione
Per la prima volta in vent’anni, i ribelli dell’Esercito di liberazione del Signore (Lra) hanno chiesto perdono per le atrocita’ e le stragi di civili compiute in nord Uganda. “L’Lra ha commesso un mucchio di errori, in suo nome chiedo perdono per quanto e’ accaduto alla nostra gente”, ha detto dall’emittente radio locale ‘Mega FM’ di Gulu il capo delegazione dei ribelli, Martin Ojul. Il gruppo e’ arrivato in Nord Uganda per partecipare a una nuova tornata di colloqui di pace con il governo e mettere fine a una guerra che in due decenni ha fatto decine di migliaia di morti e oltre due milioni di sfollati. Da Gulu, epicentro delle azioni di guerriglia dei ribelli, Ojul ha riferito che il movimento “e’ pronto alla riconciliazione” e i suoi membri desiderano “tornare a vivere nelle comunita’ in pace ed armonia”.
L’Esercito di liberazione del Signore ha firmato una tregua con il governo di Kampala un anno e mezzo fa a Juba, capitale del Sudan del sud, ma lo storico leader ribelle, Joseph Kony, e tre suoi luogotenenti sono tuttora latitanti e ricercati per crimini di guerra e contro l’umanita’ dal Tribunale internazionale dell’Aia. “Non guardiamo piu’ al passato, ma al futuro”, ha incitato Ojul per radio, “Troveremo il modo di aggirare le accuse dell’Aia”, ha continuato, “e potremo risolvere tutte le questioni a casa, dove i nostri comandanti vogliono tornare a trascorrere una vita normale”. Una soluzione che accontenterebbe anche i capi delle tribu’ locali, che hanno riferito di voler sottoporre Kony e i suoi al sistema di giustizia tradizionale degli Acholi, l’etnia del nord Uganda cui appartengono anche i militanti dell’Lra. Come il Mato Oput, antico rituale di riconciliazione che consiste nell’obbligare il colpevole a fornire pubbliche scuse alla comunita’ e a pagare un risarcimento ai familiari delle vittime.
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