Welfare
Sportelli ad hoc? Non è la via giusta
Dalla Bcc una strategia diversa. La filosofia è quella del progetto «Radici»: oltre 100mila finanziamenti. A cui si aggiunge un leasing etico
di Redazione
Un secco no agli sportelli ad hoc, perché «ghettizzanti». Sì invece a corsi di comunicazione interculturale all?interno degli istituti e prodotti solidali vicini alle esigenze dei nuovi cittadini. Questa è l?accoglienza del sistema delle Banche di credito cooperativo che offre una diversa tipologia di soluzioni studiate per la clientela immigrata. E l?approccio funziona, «tanto che», dice Paolo Melega, responsabile del progetto Radici (oltre 100mila finanziamenti) di Federcasse Emilia Romagna, «alcuni immigrati sono diventati soci delle cooperative». Radici è un piano integrato di fornitura prodotti e servizi alla clientela immigrata, reso possibile «attraverso accordi con i confidi territoriali, la diffusione di pratiche di mediazione culturale, servizi specifici per i clienti extracomunitari».
Ma c?è di più. Per l?acquisto di beni strumentali ed autoveicoli da parte di onlus, associazioni, lavoratori immigrati che vogliono mettersi in proprio, è stato ideato Leasing Etico un prodotto di Agrileasing distribuito da tutta la rete delle Bcc. Esistono poi a livello territoriale una molteplicità di progetti e servizi tra cui Risorsa immigrazione della Cassa rurale di Treviglio (Bergamo), un conto multiservizio che ha sviluppato in collaborazione con la comunità senegalese progetti di microcredito; il programma Ghanacoop di Emilbanca (Bologna) che partecipa al capitale sociale della Coop Ghananas che importa frutta in Italia. Le Bcc partecipano anche al Fondo Italo – Andino di solidarietà che intende sostenere percorsi solidali attraverso la valorizzazione delle rimesse.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.