Welfare
Politica, meno chiacchiere
Il punto di vista di Bpm. Gian Pietro Lattuada: «Troppi convegni. Invece manca un fondo di garanzia»
di Redazione
C’è il prodotto Extraordinario Business e un altro in cantiere, ancora più specifico per il sostegno alle nuove imprese. «Ma ogni sforzo rischia di essere vano se non ci sarà un concreto intervento delle istituzioni».Gian Pietro Lattuada è direttore marketing della Banca Popolare di Milano, tra i primi istituti a sfornare soluzioni per le esigenze dei nuovi cittadini.
Vita: Gli imprenditori immigrati lamentano la distanza con il mondo del credito. Non sarà mica colpa della politica?
Lattuada: No. Ma è dovere degli enti pubblici fare qualcosa oltre alle tante parole spese tra i convegni. Penso all?esigenza sempre più forte di creare un fondo rotativo di garanzia, in grado di permettere alle banche di erogare il credito.
Vita: Perché oggi le banche non possono erogare il credito?
Lattuada: Lo fanno già ma a fronte di garanzie come la casa, la busta paga e solide credit history, che gli immigrati non possono vantare. Il gruppo Bpm non sta a guardare e fa la sua parte. Stiamo per lanciare un nuovo prodotto in collaborazione con le associazioni di Confidi artigiani della provincia di Milano, che ci consentirà di finanziare le buone idee di impresa fino a 100mila euro. E poi, in quanto soci di Asiim – Associazione per lo sviluppo dell?imprenditoria immigrata, promuoviamo corsi di formazione all?imprenditorialità.
Vita: Quante generazioni dobbiamo aspettare per vedere qualche imprenditore immigrato tra i Paperoni d?Italia?
Lattuada: La strada è lunga e in salita. Tra i nostri 32mila clienti extracomunitari solo due hanno un conto oltre i 500mila euro.
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