Welfare
Yalla Italia, una storia vera
Nelle figure di mezzo come Paolo Branca si esprime la più moderna e dinamica ricerca culturale del nostro tempo. Grazie alla militanza quotidiana sul territorio (di Gad Lerner).
di Redazione
Prima ancora che uno studioso, Paolo Branca è una persona che si mette in mezzo. Un luogo comune menefreghista vuole che, a mettersi in mezzo, si finisce solo per prenderle. E in effetti a Paolo Branca è capitato purtroppo di subire attacchi ingenerosi al limite della diffamazione per la tenacia con cui cerca di allacciare fili di dialogo fra l?Italia cattolica in cui s?è formato e l?Islam con cui essa è chiamata a cimentarsi, dentro casa e alle sue porte.Ma la vicenda intellettuale di Paolo Branca ci testimonia il contrario del luogo comune: a mettersi in mezzo, si apprende. Non sono dunque solo generosità o lungimiranza le virtù di chi si offre come tramite di mediazione, incontro, reciproca comprensione. Nelle figure ?di mezzo? come Paolo Branca si esprime anzitutto la più moderna e dinamica ricerca culturale del nostro tempo.Da quando la vicenda islamica è tornata a condizionare sensibilmente il mondo contemporaneo, abbiamo bisogno come il pane di traduttori. Invidiamo coloro che conoscono la lingua, la storia, la cultura e la principale religione degli arabi, avendole studiate per tempo, e non potremmo più fare a meno di loro. Ma c?è modo e modo di impiegare questo patrimonio culturale. Chi resta prigioniero dello schema ideologico secondo cui l?Islam è il nemico storico di sempre, naturalmente destinato a sottometterci a meno che noi gli si imponga il nostro dominio, chiederà ai traduttori di assolvere a una funzione meramente spionistica: svelateci la trama avversaria, il linguaggio biforcuto di coloro che ci sorridono in inglese ma ci disprezzano in arabo, e s?insinuano fra noi con l?intenzione di costituire un contropotere rigorosamente separato temporeggiando fino al giorno in cui avranno forza sufficiente per distruggerci.Parafrasando il titolo di un capitolo di questo libro, l?obiettivo sarebbe quello di reclutare ?traduttori-traditori?. Ora noi sappiamo bene che la cristallizzazione ideologica della dottrina ufficiale coranica, la mortificazione della democrazia in molti Paesi arabi e la minaccia rappresentata da un integralismo talvolta violento fino alla ferocia, generano nobili figure di dissidenti perseguitati e minacciati che meritano tutto il nostro rispetto e il nostro sostegno. Ma sarebbe miope limitare il nostro dialogo con l?Islam contemporaneo al solo rapporto con queste figure dissidenti.Il libro di Paolo Branca ci propone un approccio più articolato e fruttuoso. Come intellettuale ?di mezzo? egli incrocia l?esperienza accademica con la militanza quotidiana sul territorio. È molto interessante nelle pagine del libro l?intreccio fra le riflessioni di carattere storico, politico, teologico, e la verifica quotidiana delle pratiche d?integrazione (…).L?identità smette così di essere agitata come un feticcio, ne viene riconosciuta l?evoluzione concreta nella vita della gente e nella contaminazione reciproca, smentendo gli spacciatori di un?appartenenza rigida, antistorica, che riduce il passato a miti contrapposti.Il tempo sarà galantuomo con personalità generose come Branca, capaci di passare dalle biblioteche e dalle aule universitarie agli incontri di strada. E allora lui potrà ricordare con ironia pure qualche calcio negli stinchi rimediato nel corso del suo faticoso lavoro per la pace, in un tempo dominato dalla guerra.
Gad Lerner