Mondo
Kosovo, nuova missione per l’Operazione colomba
A quattro giorni dalla decisione dell'Onu sul nuovo status della provincia serba a maggioranza albanese, 20 volontari italiani partono per il Kosovo per una missione di interposizione nonviolenta
di Redazione
Sono partiti ieri dall?Italia dieci di volontari dell?Operazione Colomba, il Corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, che vanno a raggiungere i volontari già presenti dell?area di Pec/Peja.
L?obiettivo è la creazione di una Task Force d?emergenza composta da volontari con esperienza in azioni di interposizione nonviolenta, accompagnamento e difesa delle minoranze: 20 volontari che copriranno le aeree di Gora?devac, Belo Polije e le comunità a rischio nella regione di Peja-Peć.
La presenza si rende necessaria in quanto il 10 dicembre si concludono i colloqui – tra le delegazioni serba ed albanese- finalizzati alla proclamazione di indipenza della regione. Il processo, che è in corso da 8 anni, è cooordinato da rappresentanti della cosidetta ?Troika? (Stati Uniti, Russia e Unione Europea) e sembra in una fase di stallo, con il conseguente rischio di disordini e di una eventuale proclamzaione unilaterale di indipendenza da parte albanese.
L?instabilità dell?area, che non rientra nell?agenda dei media occidentali, è accentuata dal pericolo rappresentato da eventuali incursioni di gruppi paramilitari dal confine serbo e dalla presenza di gruppi armati albanesi fuori controllo istituzionale. Queste tensioni potrebbero presto degenerare in scontri.
?L’idea di stabilire questa presenza nonviolenta straordinaria nasce dalle richieste dei nostri amici kossovari appartenenti alle diverse etnie. Stare al loro finaco è un tributo alla speranza e un contributo concreto affinche? siano scongiurati episodi di violenza. ? afferma Antonio de Filippis, responsabile di Operazione Colomba – Chi di noi è stato in Kossovo nel ?99 sa che se invece di una presenza sola, con pochi volontari, fossimo stati centinaia, molte violenze che hanno rafforzato il muro di odio che tuttora divide le comunità si sarebbero evitate?
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