Ha 7 anni Chiara Castellani quando decide che da grande sarà medico missionario. Dopo il liceo non ha dubbi: si iscrive a medicina e si laurea in ginecologia al Gemelli di Roma. Ma invece che nell?Africa sognata da bambina, finisce in Nicaragua con il Mlal – Movimento laici per l?America Latina. Parte nel 1983. Nell?ottobre del 1989 è di ritorno a Roma. Rinasce prepotente il sogno di andare in Africa. Frequenta un corso di specializzazione in malattie tropicali ad Amsterdam e poi accetta l?invito dell?Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau che le offre di lavorare a Kimbau (Repubblica Democratica del Congo), villaggio a 500 chilometri dalla capitale Kinshasa, in un ospedale fantasma abbandonato dai belgi. L?associazione vuole realizzare un intervento per salvare tanti ?condannati a morte?, a cominciare dai bambini uccisi dalle epidemie e dalla malaria. L?Aifo affida a Chiara l?ospedale e il programma sanitario. Da allora Chiara Castellani è a Kimbau, un villaggio ormai in rete con la modernità. Poche settimane fa, La Stampa ha titolato un suo reportage sulla Castellani «Kimbau dal Medioevo al futuro».
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