Welfare
Banco Farmaceutico. Un impegno sempre più sistematico
Intercettare gli sprechi della sovrapproduzione; mettere in circolo confezioni difettose solo dal punto di vista formale.
di Redazione
Intercettare gli sprechi della sovrapproduzione; mettere in circolo confezioni difettose solo dal punto di vista formale. La onlus ha aperto un fronte che va aldilà della Giornata annuale di raccolta presso le farmacie e che coinvolge direttamente le aziende farmaceutiche. Il primo accordo sottoscritto è con Boehringer Italia, come spiega Paolo Gradnik, presidente del Banco
Crescono la raccolta e la generosità, ma purtroppo sale anche il bisogno. Quest?anno il Banco farmaceutico, nel corso dell?ottava giornata nazionale di raccolta del farmaco, ha raggiunto ottimi risultati (oltre 300mila farmaci donati, un aumento del 6% rispetto al 2007). Ma se in euro il valore è senza dubbio rilevante (quasi 2 milioni), la necessità potenziale stimata da una recente indagine è ormai arrivata a 100 milioni di euro l?anno.
Anche da qui forse l?idea di coinvolgere in maniera più sistematica le aziende farmaceutiche. che sin dall?inizio integrano quanto regalato dai privati cittadini. «Abbiamo da poco sottoscritto», spiega Paolo Gradnik (nella foto), presidente del Banco, «un accordo biennale con Boehringer Ingelheim Italia, il cui amministratore delegato Sergio Daniotti è anche presidente dell?Anifa, l?associazione nazionale dell?industria farmaceutica dell?automedicazione. L?accordo prevede una più stretta collaborazione fra azienda e Banco. Contiamo, dopo il periodo di sperimentazione, di riuscire ad estenderlo ad altre imprese del settore. Il nostro fine è quello di consolidare una procedura di partnership compatibile con l?attività autonoma dell?impresa farmaceutica». In pratica si punta a migliorare, ai fini della donazione, la disponibilità di farmaci derivante o dalla sovrapproduzione o dalle politiche di responsabilità sociale delle aziende o da eventuali imperfezioni formali. «Un farmaco il cui biglietto illustrativo contiene errori d?italiano non è commercializzabile da noi, ma ovviamente questo non impedisce che sia utilizzato altrove».
A ben considerare, potrebbe essere un?evoluzione molto concreta e interessante della responsabilità sociale: quando si fa riferimento alla sovrapproduzione – inevitabile ?incidente? di percorso per qualsiasi impresa – si guarda dentro ai meccanismi industriali con la finalità di ridurre lo spreco, fenomeno altrettanto fisiologico. «Almeno noi la vediamo così», precisa Gradnik, «il tentativo è quello di creare un percorso virtuoso che tenga conto delle caratteristiche produttive di ogni azienda e miri a tramutare un?eventuale dispersione in qualcosa di socialmente utile».
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