Welfare
Tra non profit e imprese farmaceutiche una convergenza naturale
Lo sostiene Pietro Spirito, direttore generale di Telethon, in questa intervista. In cui annuncia: «Iniziato un dialogo costruttivo con Farmindustria. Ora ci vuole una leva fiscale...»
di Redazione
Comincia ad essere necessario ed opportuno che fra industria e non profit, in particolar modo quello che si occupa di ricerca scientifica, si attivi un meccanismo di collaborazione». Spiega così Pietro Spirito, direttore generale di Telethon, le finalità di un confronto avviato da qualche tempo con Sergio Dompé, presidente di Farmindustria. «L?obiettivo è ragionare assieme per iniziare ad interagire fra mondi che hanno mission diverse ma anche obiettivi congiunti e che pensano sia possibile trovare punti di convergenza. Sono convinto che questa sia una strada molto importante per Telethon e il non profit ma anche per l?industria farmaceutica italiana».
Vita: Come nasce questo dialogo?
Pietro Spirito: Telethon si sta progressivamente spostando dal prevalente finanziamento della ricerca di base verso la ricerca clinica e la cura. È il frutto di 18 anni di finanziamento della ricerca scientifica sulle malattie genetiche, dell?accumulazione di competenze. Oggi per alcune malattie si può avviare il percorso verso la ricerca clinica e la cura. Quando ci si avvicina a ipotesi di terapia per malattie genetiche, è il momento più opportuno per avviare un dialogo con il sistema industriale, per cercare forme di collaborazione e di integrazione.
Vita: Un fatto positivo…
Spirito: Non vi è dubbio. In prospettiva è strategico, non solo in termini di conoscenza, ma anche di risposta alle esigenze dei malati. Su questo abbiamo ritenuto utile cominciare un ragionamento progressivo con il mondo dell?industria. Farmindustria è l?associazione di categoria più rilevante che rappresenta l?industria che opera in Italia nel settore farmaceutico. Ma questa convergenza può essere importante anche in un?altra dimensione.
Vita: Quale?
Spirito: Con la Finanziaria di quest?anno è stata approvata una misura riguardante il credito imposta al 40% per finanziamento della ricerca da parte dell?industria a favore delle università e degli enti pubblici. Nell?ultima Conferenza sulla ricerca organizzata da Confindustria, il vicepresidente Pasquale Pistorio ha lanciato una proposta che sottoscriviamo integralmente: estendere questa misura anche al rapporto tra industria e non profit. Sarebbe una leva molto importante. Mi sembra oltretutto simbolicamente molto rilevante che tale proposta giunga dalla Confindustria. Perché esplicitamente riconosce che il non profit è un soggetto della ricerca in Italia. Del resto l?ha confermato anche l?Istat: nel nostro Paese il non profit finanzia il 2,1% della ricerca con 330 milioni di euro. Inoltre la proposta di Pistorio mostra attenzione all?opportunità di dialogo fra terzo settore e mondo delle imprese.
Vita: Qualora fosse accolta, questa misura consentirebbe nuove convergenze?
Spirito: Sarebbe un fronte aperto: avere strumenti di fiscalità di vantaggio per il mondo industriale che voglia investire anche verso il non profit che fa ricerca può essere un elemento positivo per ampliare il volume di fuoco necessario per sorreggere il passaggio dalla ricerca di base alla ricerca clinica, che è più rischiosa, difficile e onerosa. E che ha, quindi, bisogno di spalle più robuste e di collaborazioni plurime. Per questo gli strumenti che, come la norma fiscale, possono aiutare il dialogo, sono i benvenuti.
Vita: Questa convergenza cosa potrà voler dire sul piano pratico?
Spirito: Credo ci siano diversi fronti possibili. Come Telethon abbiamo la possibilità – all?interno del portafoglio delle ricerche portate avanti dai nostri scienziati – di realizzare sperimentazioni sulle malattie rare che hanno un valore anche in prospettiva sociale e per quanto riguarda il numero di pazienti coinvolti. Su questo terreno delle concrete sperimentazioni cliniche, ci possono essere numerose occasioni per mettere assieme competenze, risorse e obiettivi comuni. La mission di Telethon è cercare risposte per alcune malattie rare, da parte dell?industria farmaceutica c?è un interesse in questo senso. La convergenza mi sembra naturale.
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