Welfare
Don Colmegna a Fa la cosa giusta: Apriamo le cascine ai rom
Il presidente della casa della Carità ha lanciato la proposta durante la tavola rotonda Abitanti invisibili. I rom, nomadi forzati, cercano casa alla fiera del consumo critico e degli strili di vita
di Redazione
?Milano ha 13 cascine, alcune demaniali altre no: perché non utilizzarle per dare una casa ai rom e agli altri esclusi metropolitani??. È l?idea che ha lanciato don Virginio Colmegna a Fa? la cosa giusta, intervenendo ad una tavola rotonda sul tema ?Abitanti invisibili. I rom, nomadi forzati, cercano casa?.
Con lui Pietro Massarotto, un operatore del Naga, onlus che si occupa di immigrazione a Milano e Maurizio Pagani dell?opera Nomadi. ?Il campo nomadi ? ha sottolineato Pagani ? non è l?unica soluzione abitativa per i rom?. A Pescara e in Abruzzo, infatti, quasi non esistono. ?Ma quella del campo è la soluzione meno costosa per le amministrazioni locali. Ecco perché è quella che va per la maggiore nelle grandi città?. Una ?soluzione di emergenza – sottolineano tutti i relatori ? che però si è protratta nel tempo fino ad oggi con i costi e le conseguenza che conosciamo?.
?Mancano acqua, gas, elettricità mentre ci sono topi e rifiuti ovunque: una vera e propria favelas?. E? l?immagine dei campi rom che tutti conosciamo quella che restituisce Pietro Massarotto, che assieme al Naga, la sua associazione, ha messo in piedi un sistema di assistenza attraverso camper nei campi milanesi. Altro che emergenza, spiega: ?le baraccopoli sono lì dal 1998, da quando hanno iniziato ad arrivare i primi rom. E i numeri sono cresciuti, ma non quanto ci si attendeva?. Secondo le stime dell?Ismu, i rom a Milano sarebbero poco più di 3700, oltre 2000 in aree dismesse. ?Il problema è che mentre prima in queste aree vivevano persone di ?etnie? diversissime, ora nei campi sono rimasti solo i rom. e questo è il segno di un?incapacità di integrazione e discriminazione che colpisce loro più che altri? continua Pagani.
La discussione tra i tre esperti è proseguita a lungo nel pomeriggio conclusivo di Fa? la Cosa giusta, intermezzata dalla fisarmonica di Yovic Yoviza, rom romeno, che ha allietato il pubblico con le sue canzoni.
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