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Armani attento, la nuova moda è etno-fusion
Yalla/ Foulard e jeans, burka e bikini, kimono e sari: lo street style dimostra molta più fantasia degli stilisti. E il futuro vestirà così -di Raissa Kourouma
di Redazione
di Raissa Kourouma
La tv è un influente precursore di mode e linguaggi. Quando ero piccola pensavo che in futuro ci saremmo vestiti con le tutine spaziali perché cosi si vestiva l?equipaggio di Star Trek. Anche se quel tipo di abbigliamento ti fa risparmiare ore davanti allo specchio, il look del capitano Kirk e company è troppo minimalista per i miei gusti. Non mi piace sprecare il mio tempo per abbinare i colori dei miei abiti (che poi quasi nessuno nota), però ammetto che scegliere i vestiti mette alla prova la mia creatività e fantasia.
Teletrasportati dalla fiction al mondo reale, considerando come la società di oggi sia sempre più eterogenea, sono convinta che la moda uniform e unisex proposta dai quei serial e film tv ambientati nel futuro non avrà vita facile. Il futuro, amici miei, è la moda multicolor e multietnica. A salvarci dalle tute in polyestere saranno proprio gli stili delle seconde generazioni e il fusion tra le mode afro-mediorientali con i nuovi trend europei.
La moda del futuro inevitabilmente rifletterà il cambiamento della nostra società. È fatale che l?identità delle seconde generazioni si esprima anche attraverso una comunicazione visiva molto originale e ricercata. In fondo, per una seconda generazione di origine araba, africana o indiana, scegliere capi e colori è un po? come mediare tra l?essere italiana e mantenere quel non so che di etnico che appartiene ai Paesi di origine dei nostri genitori. L?abito farà un po? da sintesi visiva tra due mondi.
Non è solo una questione di look, perché non c?è moda senza linguaggio. Nuove mode generano anche nuove terminologie. Mi viene infatti in mente il termine burkini (l?indumento che è una via di mezzo tra il burka e il bikini). Poi c?è il kimosari, un mix tra kimono giapponese e sari indiano.
Anche dal punto di vista strettamente economico la moda multietnica sarà un vantaggio per tutti. Nuovi colori e stili significano innanzitutto competizione tra gli addetti ai lavori. Ci sarà più offerta e anche più domanda. Competeranno più idee, ci sarà il boom del marketing multietnico. Si svilupperanno business paralleli.
Armani, D&G e company cercano di penetrare nuovi mercati in Africa, Asia e Medio Oriente, ma forse dovrebbero guardarsi le spalle in casa loro. Le nuove idee e trend sono già qui da noi. Si vedono nelle scuole, per strada e anche già in alcuni ospedali. Non mi stupirebbe che in futuro saremo a fare la fila con i giapponesi per entrare nell?atelier di Fatima in via Montenapoleone a Milano o fare shopping nello showroom di Shaila in via dei Condotti a Roma.
E le sfilate del futuro? Forse si passerà dal mostrare troppo al coprirsi eccessivamente; dalle colonne sonore techno al Buddha bar, dalla taglia 40 alla 50. Sarà tutto sommato una moda etno-democratica, perché accontenterà tutti: religioni, colori, etnie, gusti, genitori, figli e taglie.
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