Non profit
Cooperazione: fondazioni e ong insieme per Uganda e Senegal
Messi a disposizione da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Cariplo e Montepaschi un fondo di 10,5 milioni di euro per i primi tre anni
di Redazione
Per la prima volta quattro fondazioni insieme per due progetti di cooperazione internazionale in Africa. Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Cariplo e Montepaschi hanno elaborato e gestiranno gli interventi a favore degli sfollati del Nord Uganda e a sostegno delle popolazioni rurali in Senegal. A operare direttamente sul campo saranno alcune organizzazioni italiane da sempre impegnate in iniziative a carattere umanitario all’estero e di cooperazione internazionale.
Gli interventi verranno finanziati con le risorse messe a disposizione dalle quattro fondazioni: a budget ci sono 10,5 milioni di euro per i primi 3 anni. Verso il progetto hanno gia’ mostrato interesse altre fondazioni, tra cui la Fondazione Umano Progresso.
In Nord Uganda il progetto mira a sostenere il rientro degli sfollati dai campi IDP (Internally Displaced People: sfollati interni) ai villaggi d’origine o verso altri luoghi di insediamento, per promuovere lo sviluppo locale sostenibile e la pace nei distretti di Gulu, Amuru, Kitgum e Pader. Il progetto consiste in un’azione multi-dimensionale fortemente integrata, composta da piu’ ambiti d’intervento: sviluppo rurale, attivita’ economiche, acqua, sanita’, educazione, tutela e sostenibilita’ ambientale.
Elemento trasversale, fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, sara’ la realizzazione di attivita’ di riappacificazione e riconciliazione della popolazione. Saranno, inoltre, condotte azioni di sensibilizzazione ed educazione alla mondialita’ in Italia.
Dopo piu’ di sei mesi di fitte riunioni e intensi incontri, le quattro fondazioni hanno firmato a Roma il protocollo operativo d’intesa, che per i prossimi tre anni le impegna a sostenere gli interventi gestiti sul campo dalle organizzazioni non governative italiane gia’ attive nei due Paesi africani.
Undici milioni e centomila euro il budget messo a disposizione fino al 2011. Un’iniziativa inedita che per la prima volta coinvolge quattro fondazioni di origine bancaria, i cui esperti hanno elaborato i progetti insieme con i cooperanti sul campo e ne seguiranno l’attuazione.
“Si tratta di un importante salto di qualita’ nelle azioni delle Fondazioni”, ha osservato alla conferenza stampa di presentazione Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo, “che si mettono in rete tra di loro, ma anche con le organizzazioni non governative”. Un “ponte ideale tra Italia e Africa”, gli ha fatto eco Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, “che coinvolge anche la comunita’ di migranti senegalesi nello sviluppo economico e sociale del Paese di provenienza”. E, soprattutto, e’ “un progetto aperto”, ha spiegato Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo, “frutto anche della collaborazione con i ministeri degli Esteri italiano, ugandese e senegalese, e pronto ad accolgiere altri soggetti che volessero condividere questa interessante avventura”. Come appunto la Fondazione Umano Progresso, che si e’ unita al progetto in un secondo momento ed e’ stata da subito operativa.
Molto soddisfatta anche la platea delle Ong. Per il Senegal c’erano i rappresentanti di Acra, Cisv, Cospe, Coopi (interviene anche in Uganda), Cespi, Associazione senegalesi a Torino, Stretta di mano onlus (comunita’ senegalese di Mantova) e Ctm Altro mercato (presente anche nel secondo progetto). Per il Nord Uganda, quelli di Amref Italia, Avsi, Cesvi, Fondazione Corti e l’ugandese Good Samaritan onlus gestita da suore comboniane. “E’ un progetto importante perche’ porta in Africa il ‘sistema Italia’”, ha commentato Giangi Milesi, presidente del Cesvi, “e grazie alle Fondazioni bancarie modernizza il non profit italiano, oggi arretrato e frammentato. E’ un’idea saggia che speriamo faccia da apri pista al sistema della cooperazione italiana”.
Un’occasione “nuova”, ha argomentato Carla Ricci, direttore di Coopi, “in cui le Ong possono lavorare con donatori privati che portano strategie e risorse innovative, alla pari o addirittura migliori dei donatori pubblici”.
E’ un progetto, ha concluso Giuliana Tadiello della onlus Good Samaritan, “che sta creando molte aspettative nelle popolazioni povere del Nord Uganda, perche’ va oltre l’emergenza e offre quelle concrete possibilita’ di sviluppo che sono proprie dei progetti a lungo termine”.
L’intervento in Nord Uganda interessera’ i distretti settentrionali maggiormente colpiti dagli ultimi vent’anni di guerra civile: Gulu, Amuru, Kitgum e Pader. Prevede azioni nei settori dello sviluppo rurale, sanita’, acqua, istruzione, tutela ambientale e attivita’ economiche, con organizzazione di attivita’ per la promozione del processo di riconciliazione nazionale e la re-integrazione degli ex combattenti nei villaggi di origine.
In Senegal, nelle regioni di Louga, St.Louis, Ziguinchor, Fatick e Dakar sono previste iniziative per sostenere lo sviluppo della pesca e di alcune produzioni agricole, il rafforzamento dei mercati locali, la crescita delle organizzazioni di micro-finanza, il supporto al turismo sostenibile. Tutto con il sostegno delle associazioni senegalesi sorte in Italia, cui e’ stata garantita formazione e asssitenza tecnica per la co-gestione dei progetti di sviluppo in Senegal.
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