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Zimbabwe: l’Onu lancia l’allarme sulle violenze
L'allarme arriva dall'Onu, mentre si avvicina la data del discusso ballottaggio tra il presidente uscente, Robert Mugabe, e il leader dell'opposizione, Morgan Tsvangirai.
di Redazione
L’acuirsi delle violenze e delle intimidazioni nelle citta’ e nelle aree rurali dello Zimbabwe rischia di assumere le dimensioni di una vera e propria crisi. L’allarme arriva dall’Onu, mentre si avvicina la data del discusso ballottaggio tra il presidente uscente, Robert Mugabe, e il leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai. A darne notizia è l’Agi da Harare.
“I gravi episodi di repressione registrati nelle aree urbane e rurali”, ha avvertito Augustino Zacarias, rappresentante delle Nazioni Unite nel Paese dell’Africa con la piu’ bassa aspettativa di vita, “indicano che l’acuirsi delle violenze potrebbero raggiungere le proporzioni di una crisi”. Il capo dell’Mdc, il Movimento per un Cambiamento Democratico, davanti al rifiuto di Mugabe di accettare osservatori internazionali come richiesto dallo stesso Tsvangirai, ha frattanto fatto sapere di accontentarsi adesso dell’arrivo nell’ex Rhodesia delle forze di pace dei quattordici Paesi membri della Sadc, la Comunita’ di Sviluppo dell’Africa Australe. “Al momento l’unica opzione possibile e’ quella degli osservatori della Sadc”, ha dichiarato Tsvangirai, “e per noi e’ sufficiente”.
Stando ai risultati ufficiali delle legislative e delle presidenziali del 29 marzo, resi noti a piu’ di un mese dalle votazioni con un ritardo che ha suscitato dubbi e illazioni sulla attendibilita’ dei dati, Tsvangirai ha battuto Mugabe con meno del 50 per cento delle preferenze, e deve quindi nuovamente sfidarlo in un secondo turno elettorale.
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